Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza
L’accesso alla Corte di Cassazione, l’organo supremo della giustizia italiana, è soggetto a regole procedurali molto rigide. Non tutte le impugnazioni vengono esaminate nel merito; molte si fermano prima, con una declaratoria di ricorso inammissibile. Questa è una decisione che ha conseguenze significative per il ricorrente, come dimostra una recente ordinanza della Settima Sezione Penale. Analizziamo insieme questo caso per comprendere meglio la dinamica e le implicazioni di tale provvedimento.
I Fatti Processuali
Il caso nasce dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari il 17 settembre 2024. Sentendosi leso da tale decisione, il soggetto ha deciso di rivolgersi alla Corte di Cassazione per ottenere l’annullamento della pronuncia di secondo grado. Il ricorso è stato quindi assegnato alla Settima Sezione Penale, che ha fissato l’udienza per la sua discussione.
La Decisione della Corte Suprema
All’esito dell’udienza del 7 marzo 2025, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza, un provvedimento più snello rispetto a una sentenza, con cui ha definito il giudizio in modo definitivo. I giudici supremi, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere incaricato, hanno dichiarato il ricorso inammissibile.
Questa decisione implica che la Corte non è entrata nel vivo delle argomentazioni difensive. Non ha valutato se il ricorrente avesse ragione o torto, ma si è fermata a un controllo preliminare, riscontrando la mancanza dei presupposti necessari per procedere a un esame di merito.
Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile
L’ordinanza in esame non esplicita nel dettaglio le ragioni dell’inammissibilità, come spesso accade in provvedimenti di questo tipo. Tuttavia, le cause di un ricorso inammissibile in Cassazione sono tipizzate dalla legge. Generalmente, un ricorso viene dichiarato tale quando:
* Viene proposto per motivi non consentiti, come la richiesta di una nuova valutazione dei fatti, che è preclusa in sede di legittimità.
* I motivi di ricorso sono generici, non specificano chiaramente la violazione di legge o il vizio di motivazione della sentenza impugnata.
* L’atto di ricorso manca dei requisiti formali richiesti dalla legge.
* Viene presentato oltre i termini perentori stabiliti dal codice di procedura.
In sostanza, la Corte ha ritenuto che l’impugnazione non superasse il vaglio preliminare di ammissibilità, un filtro necessario per garantire che solo le questioni di puro diritto, e non di fatto, giungano all’attenzione dei giudici di legittimità.
Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche
Le conseguenze di questa declaratoria sono duplici e molto concrete per il ricorrente. In primo luogo, la sentenza della Corte d’Appello di Bari diventa definitiva e irrevocabile. In secondo luogo, il ricorrente è stato condannato a sostenere i costi del procedimento.
Nello specifico, la Corte lo ha condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Quest’ultima è una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori. Questa ordinanza, quindi, funge da monito sull’importanza di preparare un ricorso per Cassazione con estremo rigore tecnico e giuridico, pena la sua immediata reiezione e l’imposizione di sanzioni economiche.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte di Cassazione non ha esaminato il merito della questione, ma ha respinto l’impugnazione perché non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge per poter essere giudicata.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte senza valido motivo.
Cosa succede alla sentenza impugnata dopo la dichiarazione di inammissibilità?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso rende definitiva e irrevocabile la sentenza che era stata impugnata, in questo specifico caso quella emessa dalla Corte d’Appello di Bari.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13899 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13899 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 07/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato il 16/04/1988
avverso la sentenza del 17/09/2024 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di RAGIONE_SOCIALE Adrian,
considerato che dei due motivi addotti, il primo (con cui si contesta la
circostanza aggravante di cui all’art. 61 n. 5 cod. pen.) corrisponde ad un motivo già rinunciato in fase d’appello (cfr. sent. appello, pg. 5, in mezzo, in grassetto) e
quindi ora non consentito, mentre l’altro riguarda la negata rinnovazione istruttoria delle circostanze dirette a provare la conoscenza da parte dell’imputato della
medesima circostanza, già rinunciata, risolvendosi pertanto, come evidenziato in sentenza (pg. 4 e 5) in un ‘inutile appesantimento istruttorio’
(frustra probatur quod probatum non relevat);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 07/03/2025 Il Consigliere Estensore COGNOME La Presidente