Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di una Decisione Esemplare
Il percorso della giustizia è scandito da regole precise, la cui osservanza è fondamentale per l’efficacia del sistema. Un esempio lampante di questa logica è rappresentato dal concetto di ricorso inammissibile in Cassazione, una pronuncia che impedisce l’esame nel merito di una questione. In questo articolo, analizzeremo un’ordinanza della Corte di Cassazione che illustra perfettamente le conseguenze di tale esito processuale, offrendo spunti di riflessione sull’importanza di una corretta impostazione dell’impugnazione.
I Fatti Processuali
Il caso trae origine da un ricorso presentato da due soggetti avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Venezia in data 10 giugno 2024. I ricorrenti hanno cercato di ottenere una revisione della decisione di secondo grado portando la questione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio del nostro ordinamento.
La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile
Con ordinanza del 18 marzo 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario dei ricorrenti. La Corte ha dichiarato i ricorsi proposti semplicemente inammissibili. Questa pronuncia non entra nel vivo della controversia, ovvero non stabilisce se i ricorrenti avessero torto o ragione sui fatti, ma si ferma a un livello precedente, quello della corretta ammissibilità dell’impugnazione. La conseguenza diretta è stata la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile in Cassazione
L’ordinanza in esame è molto sintetica e non esplicita i motivi specifici dell’inammissibilità. Tuttavia, possiamo delineare le ragioni generali per cui la Corte di Cassazione adotta una simile decisione. Il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti del processo. È un giudizio di legittimità, volto a verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti.
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile per diverse cause, tra cui:
* Mancanza di motivi specifici: i motivi di ricorso sono generici, ripetitivi di quelli già presentati in appello o non indicano con precisione le norme di legge che si assumono violate.
* Contestazione del merito: il ricorrente tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti o delle prove, attività preclusa in sede di legittimità.
* Vizi formali: il ricorso non rispetta i requisiti di forma previsti dal codice di procedura penale.
La declaratoria di inammissibilità agisce come un filtro, assicurando che solo le questioni giuridicamente rilevanti e correttamente formulate giungano all’attenzione della Suprema Corte.
Conclusioni e Implicazioni Pratiche
La decisione analizzata sottolinea un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, specialmente ai suoi gradi più alti, è subordinato al rispetto rigoroso delle regole processuali. Un ricorso inammissibile in Cassazione non solo rende definitiva la sentenza impugnata, ma comporta anche conseguenze economiche significative per il ricorrente. La condanna al pagamento delle spese processuali e della sanzione alla Cassa delle ammende serve a scoraggiare impugnazioni presentate in modo superficiale o dilatorio. Per i cittadini e i loro difensori, questa ordinanza è un monito sull’importanza di preparare un ricorso con la massima cura e perizia tecnica, concentrandosi esclusivamente sui vizi di legittimità e sulla corretta applicazione del diritto.
Cosa significa quando un ricorso in Cassazione è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non esamina il caso nel merito (cioè non decide chi ha ragione o torto) perché l’atto di ricorso non rispetta i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del processo e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, a favore della Cassa delle ammende.
La sentenza impugnata diventa definitiva dopo la dichiarazione di inammissibilità?
Sì, la dichiarazione di inammissibilità da parte della Corte di Cassazione rende la sentenza della Corte d’Appello definitiva e non più impugnabile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 19945 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 19945 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 18/03/2025
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: COGNOME COGNOME nato a CAMPOSAMPIERO il 12/09/1978
NOME nato a TREVISO il 26/04/1999
avverso la sentenza del 10/06/2024 della CORTE APPELLO di VENEZIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
il ricorso di NOME COGNOME e NOME COGNOME
Letto che i motivi del ricorso, attinenti sia alla affermazoone d
considerato responsabilità (per la RAGIONE_SOCIALE) che alla riqualificazione del fatto in tentato
ad aspetti sanzionatori (con la richiesta di applicazione dell’art. 131 bis cod e della pena sostitutiva), sono meramente ripetitivi, in quanto ribadiscono conce
e formule già addotti nell’atto di appello e che hanno trovato adeguata risp nella sentenza impugnata (in particolare, si vedano le pg. 2 e 3 rispettivament
pertanto, che i ricorsi devono essere dichiarati inammissibili con rilevato,
condanna delle ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma d euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna le ricorrenti al pagamento del spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa del ammende.
Così deciso in Roma, il 18/03/2025
Il C nsigliqre Estensore