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Ricorso inammissibile Cassazione: la condanna alle spese

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da tre individui contro una sentenza della Corte d’Appello. A seguito della decisione di inammissibilità, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno a favore della Cassa delle ammende, confermando le conseguenze negative di un ricorso inammissibile.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza e le sue Conseguenze Economiche

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è un’opzione da percorrere alla leggera. Un’ordinanza recente ci offre lo spunto per analizzare cosa accade quando un ricorso inammissibile viene presentato alla Suprema Corte e quali sono le concrete conseguenze per i ricorrenti. La decisione non solo chiude la porta a un’ulteriore disamina del caso, ma comporta anche sanzioni economiche significative.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine dai ricorsi presentati da tre individui avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello de L’Aquila. I tre soggetti, ritenendo ingiusta la decisione di secondo grado, hanno deciso di adire la Corte di Cassazione per ottenere una riforma della pronuncia. Il loro tentativo, tuttavia, si è scontrato con una valutazione preliminare che ne ha decretato la fine anticipata.

La Decisione della Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, con una concisa ordinanza, ha posto fine al percorso giudiziario dei tre ricorrenti. I giudici hanno dichiarato i ricorsi proposti semplicemente inammissibili. Questa declaratoria impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate, fermando il giudizio a una fase preliminare.

Le conseguenze di questa decisione non sono state solo procedurali. La Corte ha infatti condannato i tre ricorrenti al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, a versare una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende. Si tratta di una sanzione pecuniaria che mira a scoraggiare la presentazione di impugnazioni manifestamente infondate o prive dei requisiti di legge.

Le motivazioni

L’ordinanza in esame è molto sintetica e non entra nel dettaglio delle ragioni specifiche che hanno portato a qualificare ogni ricorso inammissibile. Questo tipo di provvedimento è tipico della cosiddetta ‘sezione filtro’ della Cassazione, il cui compito è proprio quello di esaminare preliminarmente i ricorsi per individuare quelli che mancano dei presupposti di legge per essere discussi in udienza. Le cause di inammissibilità possono essere molteplici: la tardività del ricorso, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge, la richiesta di una rivalutazione dei fatti (non consentita in sede di legittimità), o altri vizi formali. Sebbene il documento menzioni il ‘riconoscimento delle generiche’, la decisione finale si basa sulla constatazione che i ricorsi non superavano il vaglio preliminare di ammissibilità.

Le conclusioni

La pronuncia analizzata evidenzia un principio fondamentale del diritto processuale penale: il ricorso in Cassazione non è una terza istanza di giudizio sul fatto. È un rimedio straordinario, limitato a specifici vizi di legittimità della decisione impugnata. Presentare un ricorso inammissibile non è un’azione neutra, ma comporta conseguenze economiche dirette per chi la intraprende. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione a favore della Cassa delle ammende serve da deterrente contro l’abuso dello strumento processuale, garantendo che solo le questioni giuridicamente rilevanti e fondate arrivino alla discussione davanti alla Suprema Corte.

Cosa significa che un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che il ricorso non viene esaminato nel merito perché manca dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. La Corte non valuta se i motivi sono giusti o sbagliati, ma si ferma a una verifica preliminare.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, in questo caso 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende?
È una sanzione pecuniaria prevista dalla legge per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, contribuendo così a non sovraccaricare il sistema giudiziario e a finanziare programmi di reinserimento per i condannati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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