Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza
L’ordinanza della Corte di Cassazione che analizziamo oggi offre uno spunto fondamentale per comprendere le conseguenze di un ricorso inammissibile. Spesso, l’accesso al giudizio di legittimità è percepito come un’ultima spiaggia, ma è essenziale che l’impugnazione sia fondata su validi motivi di diritto. In caso contrario, come vedremo, l’esito non solo è sfavorevole, ma comporta anche significative sanzioni economiche a carico del ricorrente.
Il Contesto Processuale: Dal Ricorso alla Decisione
Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte di Appello di Roma in data 20 settembre 2024. Il ricorrente, attraverso il suo legale, ha cercato di ottenere la riforma della decisione di secondo grado, portando la questione all’attenzione dei giudici di legittimità. Il procedimento è giunto all’udienza del 4 aprile 2025, durante la quale la Corte ha esaminato la sussistenza dei presupposti per un giudizio di merito.
L’Esito del Giudizio e le conseguenze del ricorso inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha concluso il procedimento con una decisione netta e procedurale. L’ordinanza ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate, fermando il giudizio a una fase preliminare a causa della mancanza dei requisiti previsti dalla legge per l’impugnazione.
La conseguenza diretta e immediata di tale pronuncia è duplice:
1. Condanna alle spese processuali: Il ricorrente è stato obbligato a sostenere tutti i costi legati al procedimento dinanzi alla Cassazione.
2. Sanzione pecuniaria: Oltre alle spese, è stata disposta la condanna al pagamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione prevista specificamente per i casi di inammissibilità del ricorso in materia penale.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza in esame è un provvedimento sintetico che si limita a enunciare la decisione finale. Non vengono esplicitati i motivi specifici che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile. Tuttavia, nella pratica giudiziaria, le ragioni possono essere molteplici e sono strettamente codificate. Tra le cause più comuni vi sono la presentazione del ricorso fuori dai termini di legge, la mancanza di motivi specifici e pertinenti tra quelli ammessi dalla legge (violazione di legge o vizio di motivazione), o la proposizione di censure che in realtà mirano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. La decisione della Corte, quindi, si fonda sul mancato rispetto di una di queste regole procedurali, considerate essenziali per l’accesso al giudizio della Suprema Corte.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per il Ricorrente
Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale: il ricorso in Cassazione non è una terza istanza di merito. La Corte Suprema ha il compito di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione, non di riesaminare i fatti. Un’impugnazione che non si attiene a questi rigidi paletti procedurali è destinata a essere dichiarata inammissibile. Le implicazioni per il ricorrente sono severe: non solo la sentenza impugnata diventa definitiva, ma si aggiunge un onere economico non trascurabile. Questo serve da monito sull’importanza di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere la via del ricorso in Cassazione, al fine di evitare esiti procedurali sfavorevoli e sanzioni pecuniarie.
Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione nel caso in esame?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza quindi esaminare il merito della questione.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Contro quale provvedimento era stato proposto il ricorso?
Il ricorso era stato presentato contro una sentenza emessa dalla Corte di Appello di Roma in data 20 settembre 2024.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16257 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16257 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato il 04/05/1986
avverso la sentenza del 20/09/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
visto il ricorso di NOME COGNOME
OSSERVA
Ritenuto che il primo motivo di ricorso con cui si deduce violazione di legge in ordine al
mancato riconoscimento della sospensione condizionale della pena è indeducibile in quanto in sede di gravame era stata esclusivamente richiesta la non menzione della condotta nel casellario
giudiziale, beneficio non concedibile in quanto già concesso;
rilevato che il secondo motivo con cui si deduce l’omessa applicazione d’ufficio della causa
di non punibilità
ex art. 131-bis cod. pen. è manifestamente infondato, non avendo in quella
sede di merito il ricorrente indicato i presupposti legittimanti la pretesa applicazione tanto potersi evincere la decisività (Sez. 6, n. 5922 del 19/01/2023, Camerano, Rv. 284160 – 01);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 04/04/2025.