Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza e le Conseguenze Economiche
Presentare un’impugnazione di fronte alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un’opportunità cruciale per far valere le proprie ragioni. Tuttavia, l’accesso a questa fase non è automatico e richiede il rispetto di rigorosi requisiti procedurali e di merito. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare cosa accade quando un’impugnazione non supera questo vaglio, portando a una dichiarazione di ricorso inammissibile e a significative conseguenze economiche per il proponente.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale trae origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catania in data 10 aprile 2024. Avverso tale decisione, un cittadino proponeva ricorso per Cassazione, sperando in una riforma del provvedimento a lui sfavorevole. Il caso veniva quindi assegnato alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte per la valutazione preliminare.
La Decisione sul Ricorso Inammissibile
Con un’ordinanza emessa il 31 marzo 2025, la Corte di Cassazione ha posto fine al percorso dell’impugnazione in modo netto e definitivo. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ovvero non stabilisce se avesse ragione o torto sui fatti contestati. La pronuncia di inammissibilità è, infatti, una decisione di carattere prettamente procedurale che blocca l’esame della controversia sul nascere, decretando che il ricorso non può essere giudicato.
Le Motivazioni
Il testo dell’ordinanza è estremamente sintetico e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Si limita a rilevare che il ricorso “debba essere dichiarato inammissibile”. Questa formula, tipica delle decisioni assunte in camera di consiglio senza pubblica udienza, sottintende che l’impugnazione era viziata da difetti che ne impedivano l’analisi. Le cause di inammissibilità di un ricorso in Cassazione sono molteplici e definite dalla legge. Possono riguardare, ad esempio:
* La presentazione fuori dai termini di legge.
* La mancanza di motivi specifici e pertinenti previsti dal codice di procedura.
* La proposizione di questioni di mero fatto, che non possono essere riesaminate in sede di legittimità.
* La manifesta infondatezza delle censure mosse alla sentenza impugnata.
In questo caso, la Corte ha evidentemente riscontrato uno di questi vizi, sufficiente a chiudere il processo senza un’ulteriore discussione.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La conseguenza più immediata della dichiarazione di inammissibilità è che la sentenza della Corte d’Appello diventa definitiva. Ma le implicazioni per il ricorrente non si fermano qui. L’ordinanza, infatti, lo condanna a una duplice sanzione economica:
1. Pagamento delle spese processuali: Il ricorrente deve farsi carico dei costi relativi all’ultimo grado di giudizio.
2. Versamento di una somma alla Cassa delle ammende: La Corte ha inflitto una sanzione pecuniaria di tremila euro. Questa somma non va alla controparte, ma a un fondo statale destinato al miglioramento delle condizioni carcerarie e al reinserimento dei detenuti.
Questa decisione sottolinea un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, specialmente ai suoi gradi più alti, è un diritto che deve essere esercitato con responsabilità e cognizione tecnica. Un’impugnazione superficiale o priva dei requisiti di legge non solo si rivela inutile, ma può anche comportare un onere economico significativo.
Cosa significa quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per questo tipo di impugnazione. Di fatto, l’appello viene respinto prima ancora di essere discusso.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma in denaro, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.
La Corte ha valutato se il ricorrente avesse ragione nel merito della sua contestazione?
No. La dichiarazione di inammissibilità è una decisione procedurale che impedisce alla Corte di esaminare le argomentazioni di merito. Il giudizio si ferma alla verifica dei requisiti preliminari del ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14985 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14985 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 31/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a NOVARA il 16/02/1986
avverso la sentenza del 10/04/2024 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
R.G.N. 40998/24 COGNOME
OSSERVA
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per il reato di cui all’art.
cod. pen.);
Esaminati i motivi di ricorso;
Ritenuto che i due motivi dedotti con il ricorso, aventi ad oggetto vizio
motivazione e violazione di legge con riferimento, rispettivamente, al giudizio penale responsabilità e, in particolare, alla offensività della condotta cont
nonché alla mancata concessione della causa di non punibilità di cui all’art. 1
bis cod. pen., esulano dalla valutazione di legittimità perché il giudice
gravame ha motivato in maniera logica, coerente e puntuale (cfr., in ordin pagg. 1 e 2; 2 della sentenza impugnata);
Rilevato, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento del spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa del ammende.
Così deciso il 31/03/2025