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Ricorso inammissibile: Cassazione e spese processuali

La Corte di Cassazione, con ordinanza della settima sezione penale, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Bari. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende, evidenziando le conseguenze negative di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche della Decisione della Cassazione

Quando si decide di impugnare una sentenza, è fondamentale conoscere non solo le proprie ragioni, ma anche le regole procedurali che governano il processo. Un ricorso inammissibile non solo impedisce al giudice di esaminare il merito della questione, ma comporta anche conseguenze economiche significative per chi lo ha proposto. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ce lo ricorda chiaramente, condannando un ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 10 aprile 2024. L’imputato, tramite il suo difensore, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando la questione davanti ai giudici di legittimità. La Suprema Corte, riunitasi in udienza il 18 febbraio 2025, ha esaminato il ricorso proposto.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato, ha emesso una decisione netta e perentoria. Con ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa declaratoria ha precluso qualsiasi discussione sul contenuto della sentenza impugnata, fermando il procedimento sul nascere per motivi procedurali o per manifesta infondatezza dei motivi.

Le conseguenze della declaratoria di inammissibilità

La conseguenza diretta e inevitabile di tale decisione è stata la condanna del ricorrente a sostenere due tipi di oneri economici:
1. Il pagamento delle spese processuali: si tratta dei costi generali legati all’attività giudiziaria svolta per esaminare il ricorso.
2. Il versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende: la Corte ha quantificato questa sanzione pecuniaria in 3.000 euro. Questo importo non è un risarcimento, ma una vera e propria sanzione volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o palesemente infondati, che appesantiscono inutilmente il sistema giudiziario.

Le Motivazioni della Decisione

Il testo dell’ordinanza è molto sintetico e si concentra sul dispositivo, ovvero sulla decisione finale. Non vengono esplicitate le ragioni specifiche che hanno portato a ritenere il ricorso inammissibile, come spesso accade in questo tipo di provvedimenti camerali. Tuttavia, la motivazione giuridica implicita risiede nella violazione delle norme che regolano l’accesso al giudizio di legittimità (ad esempio, motivi non consentiti dalla legge, genericità delle censure, assenza di interesse). La Corte, rilevata la sussistenza di una causa di inammissibilità, non ha potuto fare altro che applicare la sanzione processuale prevista dalla legge. La condanna al pagamento della somma alla Cassa delle ammende funge da deterrente, sottolineando che il diritto di impugnazione deve essere esercitato con responsabilità e cognizione di causa.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza, pur nella sua brevità, offre un insegnamento pratico fondamentale. Presentare un ricorso in Cassazione non è un’opzione da prendere alla leggera. Un’impugnazione priva dei requisiti di ammissibilità o manifestamente infondata si traduce in un esito doppiamente negativo: non solo la sentenza impugnata diventa definitiva, ma si subisce anche una condanna economica certa. È quindi cruciale affidarsi a un’analisi legale approfondita prima di intraprendere la via del giudizio di legittimità, per valutare concretamente le probabilità di successo ed evitare di incorrere in sanzioni che aggravano ulteriormente la propria posizione processuale.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base a questa ordinanza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria stabilita in questo caso?
La somma che il ricorrente deve versare alla Cassa delle ammende è stata fissata in tremila euro.

Quale provvedimento è stato impugnato davanti alla Corte di Cassazione?
È stata impugnata la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 10 aprile 2024.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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