Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche secondo la Cassazione
L’esito di un processo non si conclude sempre con una sentenza che analizza il merito della questione. A volte, il percorso giudiziario si interrompe per motivi procedurali, come nel caso di un ricorso inammissibile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze, spesso onerose, che derivano dalla presentazione di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli. Il ricorrente, un individuo nato a Napoli, ha cercato di ottenere la revisione della decisione di secondo grado, portando il caso all’attenzione dei giudici di legittimità.
La Corte Suprema, riunitasi in camera di consiglio, ha esaminato il ricorso proposto. Tuttavia, l’analisi non è entrata nel vivo della questione, ma si è fermata a una valutazione preliminare sulla sua ammissibilità.
La Decisione della Corte di Cassazione
Con un’ordinanza sintetica ma perentoria, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione implica che l’impugnazione non è stata neanche presa in considerazione nel merito, in quanto carente dei presupposti formali o sostanziali richiesti dalla legge per poter essere esaminata.
Le Conseguenze di un Ricorso Inammissibile
La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. Al contrario, essa comporta sanzioni precise a carico di chi ha intrapreso l’azione giudiziaria in modo errato. Nello specifico, la Corte ha condannato il ricorrente a due pagamenti distinti:
1. Il pagamento delle spese processuali: si tratta dei costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende: questa è una sanzione pecuniaria aggiuntiva, prevista per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori.
Questo esito sottolinea come la presentazione di un’impugnazione debba essere attentamente ponderata, poiché un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile, ma genera anche costi significativi.
Le Motivazioni
Sebbene l’ordinanza non entri nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità, possiamo dedurre i principi generali applicati dalla Corte. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per svariati motivi, tra cui la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (come la violazione di legge o il vizio di motivazione), o la proposizione di censure che mirano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una conseguenza automatica prevista dal codice di procedura penale in caso di inammissibilità del ricorso, e serve a sanzionare l’abuso dello strumento processuale, che ha inutilmente impegnato il sistema giudiziario.
Le Conclusioni
La decisione in esame ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità. Presentare un ricorso in Cassazione è un diritto, ma se l’impugnazione risulta viziata e quindi inammissibile, le conseguenze economiche ricadono interamente sulla parte che l’ha proposta. Questo caso serve da monito sull’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente che valuti attentamente i presupposti e le probabilità di successo prima di adire la Suprema Corte, al fine di evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche un significativo esborso economico.
Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la sanzione è stata di 3.000 euro.
Perché un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Il provvedimento non specifica le ragioni esatte, ma in generale un ricorso è inammissibile se non rispetta i requisiti di forma e sostanza previsti dalla legge, ad esempio se è presentato fuori termine o se i motivi addotti non rientrano tra quelli che la Cassazione può esaminare.
Qual è la conseguenza economica principale per il ricorrente in questo caso?
Il ricorrente deve sostenere il costo delle spese processuali e versare un’ulteriore somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver presentato un’impugnazione non valida.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13694 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13694 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 21/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a NAPOLI il 03/11/1979
avverso la sentenza del 13/06/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
visto il ricorso di COGNOME NOME
OSSERVA
Ritenuto che il ricorso con cui si censura la mancata applicazione della causa di non punibili
di cui all’art. 131-bis cod. pen. è riproduttivo di identica censura adeguatamente confutata d
Corte di appello, che, confermando sul punto il giudizio già espresso dal primo giudice, h ritenuto determinante, non solo i precedenti penali anche specifici, ma soprattutto la gravità
fatto desunta dalla per nulla breve periodo di assenza dal domicilio;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 21/03/2025.