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Ricorso inammissibile: Cassazione e spese processuali

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. La decisione sottolinea le conseguenze negative per il ricorrente, condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro. Questo caso evidenzia l’importanza di presentare ricorsi fondati per evitare esiti sfavorevoli e costi aggiuntivi.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche secondo la Cassazione

L’esito di un processo non si conclude sempre con una sentenza che analizza il merito della questione. A volte, il percorso giudiziario si interrompe per motivi procedurali, come nel caso di un ricorso inammissibile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze, spesso onerose, che derivano dalla presentazione di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli. Il ricorrente, un individuo nato a Napoli, ha cercato di ottenere la revisione della decisione di secondo grado, portando il caso all’attenzione dei giudici di legittimità.

La Corte Suprema, riunitasi in camera di consiglio, ha esaminato il ricorso proposto. Tuttavia, l’analisi non è entrata nel vivo della questione, ma si è fermata a una valutazione preliminare sulla sua ammissibilità.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con un’ordinanza sintetica ma perentoria, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione implica che l’impugnazione non è stata neanche presa in considerazione nel merito, in quanto carente dei presupposti formali o sostanziali richiesti dalla legge per poter essere esaminata.

Le Conseguenze di un Ricorso Inammissibile

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. Al contrario, essa comporta sanzioni precise a carico di chi ha intrapreso l’azione giudiziaria in modo errato. Nello specifico, la Corte ha condannato il ricorrente a due pagamenti distinti:

1. Il pagamento delle spese processuali: si tratta dei costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende: questa è una sanzione pecuniaria aggiuntiva, prevista per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori.

Questo esito sottolinea come la presentazione di un’impugnazione debba essere attentamente ponderata, poiché un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile, ma genera anche costi significativi.

Le Motivazioni

Sebbene l’ordinanza non entri nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità, possiamo dedurre i principi generali applicati dalla Corte. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per svariati motivi, tra cui la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (come la violazione di legge o il vizio di motivazione), o la proposizione di censure che mirano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una conseguenza automatica prevista dal codice di procedura penale in caso di inammissibilità del ricorso, e serve a sanzionare l’abuso dello strumento processuale, che ha inutilmente impegnato il sistema giudiziario.

Le Conclusioni

La decisione in esame ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità. Presentare un ricorso in Cassazione è un diritto, ma se l’impugnazione risulta viziata e quindi inammissibile, le conseguenze economiche ricadono interamente sulla parte che l’ha proposta. Questo caso serve da monito sull’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente che valuti attentamente i presupposti e le probabilità di successo prima di adire la Suprema Corte, al fine di evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche un significativo esborso economico.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la sanzione è stata di 3.000 euro.

Perché un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Il provvedimento non specifica le ragioni esatte, ma in generale un ricorso è inammissibile se non rispetta i requisiti di forma e sostanza previsti dalla legge, ad esempio se è presentato fuori termine o se i motivi addotti non rientrano tra quelli che la Cassazione può esaminare.

Qual è la conseguenza economica principale per il ricorrente in questo caso?
Il ricorrente deve sostenere il costo delle spese processuali e versare un’ulteriore somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver presentato un’impugnazione non valida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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