Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma la condanna alle spese
Quando un percorso giudiziario giunge fino all’ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, ogni dettaglio procedurale diventa cruciale. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre l’occasione per approfondire il concetto di ricorso inammissibile e le sue pesanti conseguenze economiche per chi lo propone. Con l’ordinanza in esame, emessa il 5 maggio 2025, i giudici hanno posto fine al tentativo di un imputato di ribaltare una sentenza di condanna, senza nemmeno entrare nel merito delle sue ragioni.
La vicenda processuale
Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Ancona del 21 novembre 2024. L’imputato, non accettando la decisione dei giudici di secondo grado, ha deciso di rivolgersi alla Corte di Cassazione, sperando in una revisione della sua posizione. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato. La Settima Sezione Penale della Cassazione ha esaminato l’atto e, dopo la relazione del Consigliere, ha emesso una decisione netta e definitiva.
La decisione della Corte e le conseguenze del ricorso inammissibile
La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa formula tecnica significa che l’impugnazione non è stata nemmeno discussa nel merito. Le ragioni di una tale decisione possono essere molteplici: il ricorso potrebbe essere stato presentato fuori termine, potrebbe mancare di motivi specifici previsti dalla legge, oppure potrebbe sollevare questioni di fatto che non sono di competenza della Cassazione, la quale giudica solo sulla corretta applicazione del diritto (legittimità) e non sui fatti del processo (merito).
La conseguenza diretta di questa declaratoria è duplice e severa:
1. La sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile.
2. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento.
3. Viene inoltre inflitta una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata quantificata in 3.000 euro.
Le motivazioni
L’ordinanza in commento è molto sintetica e non entra nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato a considerare il ricorso inammissibile. Questa prassi è comune per provvedimenti di questo tipo, dove la Corte si limita a constatare la mancanza dei presupposti richiesti dalla legge per procedere a un esame di merito. La motivazione, quindi, risiede implicitamente nella violazione delle norme procedurali che disciplinano l’accesso al giudizio di legittimità. La condanna al pagamento della sanzione pecuniaria, inoltre, ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.
Le conclusioni
La decisione evidenzia un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’accesso alla giustizia è un diritto, ma deve essere esercitato nel rispetto delle regole procedurali. Un ricorso inammissibile non è solo un’occasione persa per far valere le proprie ragioni, ma comporta anche conseguenze economiche significative. Questo caso serve da monito sull’importanza di affidarsi a professionisti competenti, in grado di valutare attentamente i presupposti di un’impugnazione prima di presentarla, specialmente davanti alla Suprema Corte, dove il rispetto del formalismo è massimo e non ammette deroghe.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il contenuto e le ragioni del ricorso (il merito), perché l’atto stesso manca dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per essere giudicato.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso specifico ammonta a 3.000 euro.
La decisione della Corte di Cassazione può essere impugnata?
No, le decisioni della Corte di Cassazione sono definitive e non possono essere ulteriormente impugnate. La declaratoria di inammissibilità rende irrevocabile la sentenza del grado precedente, in questo caso quella della Corte d’Appello.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 19761 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 19761 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 05/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a POLISTENA il 04/10/1995
avverso la sentenza del 21/11/2024 della CORTE APPELLO di ANCONA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
n. 3362/25 Pavia
OSSERVA
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per il reato di cui all’ art. 337
altro);
i motivi di ricorso;
Esaminati
Ritenuto che le doglianze di cui all’unico motivo di ricorso, attinenti alla s
dell’elemento psicologico, sono manifestamente infondate poiché non si misurano affa gli apprezzamenti di merito adeguatamente scrutinati dalla Corte d’appello con pu
logico apparato argomentativo (v. in particolare p. 4);
pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la cond
Rilevato, ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in fa
Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese pro della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso, il 05/05/2025