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Ricorso inammissibile: Cassazione e spese processuali

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 14 maggio 2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. La decisione sottolinea che la mancanza di fondamento giuridico dell’impugnazione porta non solo alla sua reiezione, ma anche alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna alle Spese

L’esito di un processo non si conclude sempre con l’ultimo grado di giudizio. A volte, il percorso si interrompe prima, come nel caso di un ricorso inammissibile. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito le severe conseguenze di un’impugnazione priva dei requisiti di legge, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Il Contesto del Caso Giudiziario

La vicenda trae origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Messina in data 4 dicembre 2024. Un imputato, ritenendo ingiusta tale decisione, decideva di presentare ricorso per Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte per la valutazione preliminare.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

Durante l’udienza del 14 maggio 2025, la Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere relatore, ha emesso la sua decisione. L’organo giudicante ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza del ricorrente, ma si ferma a un livello precedente: l’impugnazione presentata non era idonea, per vizi di forma o di sostanza, a essere esaminata.

Le Motivazioni della Decisione

Sebbene l’ordinanza sia sintetica, il fulcro della motivazione risiede nel fatto che il ricorso non presentava censure valide e pertinenti rispetto ai limiti del giudizio di legittimità. La Corte di Cassazione, infatti, non è un terzo grado di merito dove si rivalutano le prove, ma un giudice della corretta applicazione della legge. Quando un ricorso si limita a riproporre questioni di fatto già decise nei gradi precedenti senza evidenziare specifiche violazioni di legge o vizi logici manifesti nella motivazione della sentenza impugnata, esso viene considerato privo di fondamento. In questo caso, la Corte ha ritenuto che le ragioni del convincimento dei giudici di merito fossero già state adeguatamente esplicitate nella sentenza d’appello, rendendo l’impugnazione un tentativo infruttuoso di ottenere una nuova valutazione dei fatti.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche e Costi

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato conseguenze economiche dirette per il ricorrente. La Corte, infatti, lo ha condannato al pagamento delle spese processuali sostenute per il giudizio di Cassazione. Inoltre, in applicazione della normativa vigente che mira a scoraggiare ricorsi palesemente infondati o dilatori, ha disposto il pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione serve da monito: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con serietà e consapevolezza, poiché un’impugnazione temeraria non solo non porta al risultato sperato, ma genera anche costi significativi per chi la propone.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che l’appello non viene esaminato nel merito perché privo dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. La Corte lo respinge in via preliminare, senza discutere se la decisione precedente fosse giusta o sbagliata.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata a pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria, in questo caso di tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La dichiarazione di inammissibilità modifica la condanna precedente?
No, la decisione di inammissibilità non modifica la condanna stabilita dalla Corte d’Appello. Al contrario, ne determina la definitività, rendendola non più impugnabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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