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Ricorso inammissibile: Cassazione e spese processuali

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un individuo contro un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma. A seguito della decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. L’ordinanza evidenzia le conseguenze di un’impugnazione che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Decisione e Condanna alle Spese

Quando si impugna un provvedimento giudiziario, è fondamentale rispettare precisi requisiti formali e sostanziali. Se ciò non avviene, il rischio è che l’impugnazione venga bloccata sul nascere, con un esito di ricorso inammissibile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze di tale esito, che non si limitano alla mancata revisione del caso, ma includono anche significative sanzioni economiche. Vediamo nel dettaglio cosa è successo.

Il Caso in Esame: Un Appello Contro l’Ordinanza del Tribunale di Sorveglianza

La vicenda ha origine dal ricorso presentato da un individuo avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Roma in data 12 febbraio 2025. Il ricorrente, non soddisfatto della decisione del tribunale di prima istanza, ha deciso di portare il caso davanti alla Corte di Cassazione, il massimo organo della giustizia italiana.

Tuttavia, l’appello non ha superato il primo e fondamentale vaglio della Corte, quello relativo alla sua ammissibilità.

La Decisione della Corte: La Dichiarazione di Ricorso Inammissibile

Con l’ordinanza del 8 maggio 2025, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha posto fine al percorso legale del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. Questo significa che i giudici non sono entrati nel merito delle questioni sollevate, ma si sono fermati a una valutazione preliminare. Evidentemente, l’atto di impugnazione mancava dei presupposti richiesti dalla legge per poter essere esaminato.

La conseguenza diretta di questa declaratoria è stata duplice e pesante dal punto di vista economico per il ricorrente. La Corte lo ha infatti condannato al pagamento di due voci di spesa:

1. Le spese processuali, ovvero i costi legati al procedimento giudiziario appena concluso.
2. Una somma di tremila euro da versare in favore della Cassa delle ammende, un fondo statale destinato a progetti di riabilitazione nel sistema penitenziario.

Le Motivazioni

Il testo dell’ordinanza è molto sintetico, come spesso accade nei casi di inammissibilità. La Corte afferma che “Per queste ragioni, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile”. Questa formula indica che, all’esito della relazione svolta dal Consigliere e dell’analisi degli atti, sono emerse delle criticità insanabili nell’atto di impugnazione. Sebbene non esplicitate nel dettaglio nel breve provvedimento, le ragioni di inammissibilità possono essere molteplici, come la tardività del ricorso, la mancanza di motivi specifici, la non conformità dell’atto ai requisiti di legge, o il fatto che i motivi proposti non rientrino tra quelli che possono essere fatti valere in Cassazione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’accesso alla giustizia e il diritto di impugnazione devono essere esercitati secondo regole precise. Un ricorso inammissibile non è solo un’occasione persa per far valere le proprie ragioni, ma comporta anche conseguenze economiche dirette e non trascurabili. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione a favore della Cassa delle ammende serve da deterrente contro la presentazione di appelli temerari o redatti senza la dovuta perizia tecnica, garantendo che le risorse della giustizia siano impiegate per esaminare casi che abbiano un fondamento giuridico solido.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione, ma respinge l’impugnazione perché non rispetta i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Come stabilito in questo caso, la parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questa vicenda pari a tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.

La Corte ha valutato le ragioni del ricorrente nel merito?
No, la dichiarazione di inammissibilità impedisce ai giudici di entrare nel merito delle questioni sollevate. La decisione si basa su una valutazione preliminare dei requisiti del ricorso stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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