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Ricorso inammissibile: Cassazione e spese processuali

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, confermando le conseguenze di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Condanna alle Spese

Presentare un’impugnazione in Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma è un percorso irto di ostacoli procedurali. Un ricorso inammissibile non viene nemmeno esaminato nel merito, con conseguenze economiche significative per chi lo propone. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre uno spunto chiaro su questo tema, delineando le responsabilità della parte ricorrente.

Il Caso in Esame: Un Appello Respinto in Partenza

Una persona condannata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Palermo decideva di presentare ricorso per Cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della sentenza. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte, che ha il compito di effettuare un primo vaglio sulla sussistenza dei requisiti di legge dell’atto di impugnazione.

La Decisione della Corte sul ricorso inammissibile

Con un’ordinanza emessa a seguito dell’udienza del 17 giugno 2025, la Corte di Cassazione ha troncato sul nascere le speranze della ricorrente. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione ha impedito qualsiasi discussione sul contenuto della sentenza impugnata, fermando il processo al suo stadio preliminare.

La declaratoria di inammissibilità non è stata priva di conseguenze. La Corte ha contestualmente condannato la ricorrente a due pagamenti:

1. Il pagamento delle spese processuali sostenute.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le motivazioni

Il provvedimento in esame non entra nel dettaglio specifico delle ragioni di inammissibilità, ma la decisione stessa è eloquente. In generale, un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile quando manca dei presupposti specifici richiesti dal codice di procedura penale. Le cause più comuni includono la presentazione di motivi non consentiti dalla legge (ad esempio, la richiesta di una nuova valutazione dei fatti, preclusa in sede di legittimità), la genericità delle censure, la tardività dell’impugnazione o altri vizi di forma.
La Corte, in questi casi, agisce come un ‘filtro’ per garantire che solo le questioni di puro diritto, o quelle relative a violazioni procedurali gravi, arrivino alla sua attenzione. La condanna alle spese e al pagamento di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende ha una duplice funzione: da un lato, sanziona l’abuso dello strumento processuale e, dall’altro, scoraggia la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori che appesantiscono il sistema giudiziario.

Le conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità. Un’impugnazione, specialmente in Cassazione, deve essere preparata con rigore tecnico e basata su motivi solidi e legalmente ammessi. In caso contrario, il risultato non è solo la conferma della decisione precedente, ma anche un aggravio di costi per il ricorrente. La decisione serve da monito sull’importanza di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere un percorso giudiziario così complesso, per evitare che un ricorso inammissibile si trasformi in un’ulteriore sanzione economica.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte non entra nel merito della questione perché l’appello non rispetta i requisiti di forma o di sostanza richiesti dalla legge. Il ricorso viene quindi respinto senza essere discusso.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Come stabilito in questa ordinanza, la parte che ha presentato il ricorso viene condannata a pagare le spese del procedimento e una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

Perché si viene condannati a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Questa sanzione pecuniaria è prevista dalla legge per scoraggiare la presentazione di ricorsi infondati o proposti senza il rispetto delle regole procedurali, evitando così un sovraccarico del sistema giudiziario con impugnazioni non meritevoli di esame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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