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Ricorso inammissibile: Cassazione e spese processuali

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 2 luglio 2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, evidenziando le severe conseguenze di un’impugnazione che non rispetta i requisiti di legge.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando l’impugnazione costa cara

Quando si decide di impugnare una sentenza, è fondamentale che l’atto rispetti scrupolosamente le norme procedurali. Un errore in questa fase può portare a una declaratoria di ricorso inammissibile, una decisione che non solo preclude l’esame nel merito della questione, ma comporta anche significative conseguenze economiche. È quanto emerge da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, che ha condannato un ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una cospicua sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 3 febbraio 2025. Un cittadino, ritenendo ingiusta la decisione dei giudici di secondo grado, ha scelto di percorrere l’ultimo grado di giudizio per far valere le proprie ragioni. Il procedimento è giunto all’udienza del 2 luglio 2025, durante la quale il collegio giudicante ha ascoltato la relazione del Consigliere incaricato e ha valutato gli atti del fascicolo.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

L’esito del giudizio di legittimità è stato netto. La Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso doveva essere dichiarato inammissibile. Questa decisione, formalizzata in un’ordinanza, non entra nel vivo delle argomentazioni difensive del ricorrente, ma si ferma a un livello precedente: la verifica dei presupposti e dei requisiti richiesti dalla legge per poter accedere al giudizio di Cassazione. Quando questi requisiti mancano, il ricorso viene bloccato sul nascere.

Le Motivazioni

L’ordinanza, nella sua sinteticità, non entra nel dettaglio specifico dei vizi che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, la formula utilizzata (“Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile”) lascia intendere che, all’esito della relazione e dell’analisi degli atti, sono emerse carenze procedurali o sostanziali tali da impedire alla Corte di esaminare il merito della questione. Le ragioni di un ricorso inammissibile possono essere molteplici: la tardività dell’impugnazione, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge, vizi di forma dell’atto o la proposizione di censure che in realtà mirano a una rivalutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. La motivazione della condanna alle spese e alla sanzione risiede, quindi, nel principio di responsabilità processuale: chi attiva inutilmente la macchina della giustizia, presentando un ricorso che non rispetta le regole, deve farsi carico dei costi che ne derivano.

Le Conclusioni

Le conclusioni tratte dalla Corte sono dirette e severe. Oltre a dichiarare il ricorso inammissibile, i giudici hanno condannato il ricorrente a due pagamenti: il primo riguarda le spese processuali, ovvero i costi legati al procedimento; il secondo consiste in una somma di tremila euro da versare alla Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di impugnazioni avventate o palesemente infondate. La decisione ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: il diritto all’impugnazione deve essere esercitato con perizia e nel rispetto delle norme, pena non solo il rigetto dell’istanza, ma anche un significativo esborso economico.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione riguardo al ricorso presentato?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Contro quale provvedimento era stato proposto il ricorso?
Il ricorso era stato proposto avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano del 3 febbraio 2025.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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