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Ricorso inammissibile: Cassazione e spese processuali

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. L’esito ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: Conseguenze economiche e procedurali

Introduzione: Quando l’impugnazione non supera il vaglio della Corte

Affrontare un procedimento legale fino all’ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, richiede un’attenta valutazione dei presupposti di legge. Un ricorso inammissibile non solo preclude la possibilità di vedere esaminata nel merito la propria posizione, ma può comportare anche significative conseguenze economiche. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di questa dinamica, sottolineando l’importanza di una strategia processuale solida.

Il caso in esame

La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna in data 5 dicembre 2024. L’imputato, ritenendo ingiusta la decisione dei giudici di secondo grado, ha deciso di proporre impugnazione dinanzi alla Corte di Cassazione, affidando al Consigliere relatore l’esame preliminare degli atti.

La decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, Seconda Sezione Penale, si è pronunciata con un’ordinanza in data 27 maggio 2025. L’esito è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha adottato una procedura semplificata, definita “de plano”, che permette di decidere sulla base dei soli atti depositati, senza la necessità di un’udienza di discussione. Questa scelta procedurale è tipica dei casi in cui l’inammissibilità del ricorso appare manifesta fin da un primo esame.

Le motivazioni della decisione

Il testo dell’ordinanza è estremamente sintetico e non entra nel dettaglio delle ragioni specifiche che hanno portato a giudicare il ricorso inammissibile. Tuttavia, la dichiarazione stessa di inammissibilità implica che l’impugnazione presentata mancava dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per poter essere esaminata nel merito. Le cause di inammissibilità possono essere molteplici: dalla presentazione fuori termine alla mancanza di motivi specifici previsti dalla legge per il ricorso in Cassazione, fino alla proposizione di questioni di fatto che non possono essere riesaminate in sede di legittimità. La decisione “de plano” conferma che, secondo la Corte, i motivi del ricorso erano palesemente non accoglibili.

Le conclusioni e le implicazioni pratiche

La declaratoria di ricorso inammissibile ha comportato per l’imputato due conseguenze economiche dirette e onerose. In primo luogo, è stato condannato al pagamento delle spese processuali relative al giudizio di Cassazione. In secondo luogo, è stato condannato a versare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Quest’ultima è una sanzione pecuniaria che la legge prevede proprio per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori. La pronuncia, quindi, non solo conferma la decisione della Corte d’Appello, ma sanziona anche il tentativo di impugnarla senza validi presupposti giuridici, ribadendo un principio fondamentale: il ricorso alla Suprema Corte deve essere ponderato e fondato su vizi di legittimità concreti e specifici.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, impedendo così un esame nel merito della questione.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Con quale procedura la Corte ha deciso il caso?
La Corte ha utilizzato la procedura “de plano”, decidendo sulla base dei soli atti scritti, senza la necessità di un’udienza pubblica, data l’evidente inammissibilità del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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