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Ricorso inammissibile: Cassazione e spese processuali

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, a conferma delle conseguenze economiche di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione

L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile. Quando un’impugnazione non rispetta i requisiti previsti dalla legge, la Suprema Corte non entra nel merito della questione, ma si limita a una declaratoria di inammissibilità che comporta precise sanzioni economiche per il ricorrente. Analizziamo questo caso per comprendere meglio la dinamica processuale e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

Un soggetto, a seguito di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro in data 26 giugno 2024, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione. Il caso è stato assegnato alla settima sezione penale e discusso nell’udienza dell’11 aprile 2025. Il Collegio, dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere incaricato, ha proceduto alla decisione.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

L’esito del procedimento dinanzi alla Suprema Corte è stato netto. Come si evince dal dispositivo (P.Q.M. – Per Questi Motivi), la Corte ha dichiarato il ricorso presentato semplicemente inammissibile. Questa decisione non significa che i giudici abbiano dato torto o ragione al ricorrente nel merito della sua vicenda, ma piuttosto che l’atto di impugnazione non era idoneo a provocare una nuova valutazione della causa.

Le Conseguenze Economiche della Inammissibilità

La declaratoria di inammissibilità non è priva di effetti. Al contrario, la Corte ha condannato il ricorrente a due specifiche sanzioni pecuniarie:
1. Pagamento delle spese processuali: il soggetto deve farsi carico di tutti i costi legati al procedimento di Cassazione da lui attivato.
2. Versamento alla Cassa delle ammende: è stata disposta la condanna al pagamento di una somma, fissata in via equitativa, di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Si tratta di una sanzione aggiuntiva che mira a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti senza il rispetto delle regole procedurali.

Le Motivazioni

Sebbene il testo dell’ordinanza sia estremamente sintetico e non espliciti le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo dedurle dal contesto della procedura penale. Un ricorso per Cassazione è un mezzo di impugnazione a critica vincolata: non si può chiedere ai giudici di rivalutare i fatti come in un terzo grado di giudizio. Il ricorso deve basarsi esclusivamente su violazioni di legge, vizi procedurali o difetti di motivazione della sentenza impugnata. È probabile che, nel caso di specie, il ricorso non presentasse motivi validi ai sensi del codice di procedura penale, oppure che fosse stato redatto in modo generico o manifestamente infondato. La decisione di inammissibilità, presa dopo aver sentito la relazione del Consigliere, indica che il Collegio ha riscontrato un vizio preliminare che ha impedito l’esame nel merito.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato in modo responsabile. La presentazione di un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile per il ricorrente, ma comporta anche conseguenze economiche significative. La condanna alle spese e al versamento alla Cassa delle ammende funge da deterrente contro l’abuso dello strumento processuale, garantendo che la Corte di Cassazione possa concentrare le proprie risorse sui casi che sollevano questioni di diritto meritevoli di approfondimento. Per i cittadini e i loro difensori, ciò sottolinea l’importanza cruciale di una valutazione attenta e rigorosa dei presupposti di un’impugnazione prima di adire la Suprema Corte.

Cosa significa quando la Cassazione dichiara un ‘ricorso inammissibile’?
Significa che l’appello non viene esaminato nel merito perché manca dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge. La Corte non decide se la parte ha ragione o torto, ma stabilisce che il ricorso, così come presentato, non può essere giudicato.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile?
In base a questa ordinanza, la parte che ha presentato il ricorso inammissibile è condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, in questo specifico caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

Cos’è la Cassa delle ammende e a cosa serve?
È un fondo statale nel quale confluiscono le somme derivanti da sanzioni pecuniarie come quella descritta nel provvedimento. Queste risorse vengono utilizzate per finanziare programmi e interventi finalizzati al miglioramento del sistema penitenziario e alla rieducazione dei condannati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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