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Ricorso inammissibile: Cassazione e spese legali

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 4 febbraio 2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. L’esito ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, evidenziando le severe conseguenze di un’impugnazione non conforme ai requisiti di legge.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Decise dalla Cassazione

Quando si intraprende un percorso legale, specialmente fino all’ultimo grado di giudizio, è fondamentale rispettare scrupolosamente le regole procedurali. Un ricorso inammissibile può non solo vanificare le speranze di ottenere una revisione della sentenza, ma anche comportare significative conseguenze economiche. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ce lo ricorda chiaramente, stabilendo una condanna esemplare per il ricorrente.

Il Contesto del Caso Giudiziario

La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 18 dicembre 2023. Il ricorrente, un cittadino straniero, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando le sue ragioni davanti ai giudici di legittimità.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, riunita in camera di consiglio il 4 febbraio 2025, ha esaminato il ricorso. L’esito, tuttavia, è stato netto e sfavorevole al proponente. I giudici hanno emesso un’ordinanza con cui hanno dichiarato il ricorso inammissibile.

Questa declaratoria impedisce alla Corte di entrare nel merito della questione. In pratica, il ricorso è stato respinto non perché le argomentazioni fossero infondate, ma perché l’atto stesso mancava dei requisiti essenziali previsti dalla legge per poter essere esaminato. Le ragioni specifiche dell’inammissibilità non sono dettagliate nel testo dell’ordinanza, ma la conseguenza è chiara e diretta.

Le conseguenze economiche della decisione

La declaratoria di inammissibilità non è stata priva di conseguenze. La Corte ha contestualmente condannato il ricorrente a sostenere due oneri economici distinti:
1. Il pagamento delle spese processuali relative al giudizio di Cassazione.
2. Il versamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa seconda sanzione pecuniaria è una misura prevista dal codice di procedura penale per disincentivare la presentazione di impugnazioni avventate o dilatorie.

Le Motivazioni della Condanna alle Spese

Le motivazioni alla base della condanna economica sono intrinseche alla natura della decisione. Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la legge presume una sorta di ‘colpa’ processuale in capo a chi lo ha presentato. Il sistema giudiziario, infatti, deve essere protetto da un uso improprio degli strumenti di impugnazione, che possono congestionare il lavoro delle corti e ritardare la definizione dei processi. La condanna alle spese processuali segue il principio generale della soccombenza, mentre la sanzione a favore della Cassa delle ammende ha una chiara finalità sanzionatoria e dissuasiva. Si vuole così ribadire che l’accesso alla giustizia, specialmente a quella di ultima istanza, deve avvenire nel pieno rispetto delle forme e dei limiti stabiliti dal legislatore.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza in esame, pur nella sua sinteticità, offre un monito importante. Chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione deve essere consapevole che un’eventuale declaratoria di inammissibilità comporta conseguenze economiche rilevanti. La condanna al pagamento di una somma, che in questo caso ammonta a 3.000 euro, non è un’eventualità remota. Questa decisione sottolinea l’importanza di affidarsi a un difensore esperto del giudizio di legittimità, in grado di valutare attentamente non solo il merito della causa, ma anche e soprattutto i presupposti formali e sostanziali per un’efficace impugnazione, evitando così costi inutili e l’archiviazione del caso senza neppure un esame nel merito.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
La Corte non esamina il merito della questione. Inoltre, condanna la parte che ha presentato il ricorso al pagamento delle spese processuali e, nei procedimenti penali, di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso specifico?
In questo caso, il ricorrente è stato condannato al pagamento di una somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende, oltre alle spese del procedimento.

Qual è lo scopo della condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende?
Questa sanzione ha una duplice funzione: da un lato, scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o non conformi alla legge; dall’altro, finanziare la Cassa delle ammende, un ente che sostiene progetti per il reinserimento sociale dei detenuti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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