Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un Caso e le Sue Conseguenze Economiche
Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede il massimo rigore formale e sostanziale. Quando un’impugnazione non soddisfa i requisiti di legge, il risultato è una declaratoria di ricorso inammissibile, una decisione che non solo chiude la porta a un esame nel merito ma comporta anche significative conseguenze economiche per chi lo ha proposto. Analizziamo una recente ordinanza della Corte di Cassazione che illustra perfettamente questo principio.
I Fatti del Caso
Un soggetto aveva presentato ricorso alla Suprema Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Trieste nel luglio del 2021. L’obiettivo era, presumibilmente, ottenere l’annullamento o la riforma di tale decisione. Il procedimento è giunto fino all’udienza dinanzi alla settima sezione penale della Corte, che si è riunita per deliberare sulla questione.
La Decisione della Corte Suprema
Con un’ordinanza sintetica ma perentoria, la Corte di Cassazione ha tagliato corto, senza entrare nel merito delle doglianze sollevate. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione ha due effetti principali e immediati:
1. La sentenza della Corte d’Appello di Trieste diventa definitiva e irrevocabile.
2. Il ricorrente viene condannato a sostenere i costi del procedimento.
In particolare, la condanna pecuniaria è stata duplice: il pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Ragioni della Decisione
Sebbene l’ordinanza non espliciti nel dettaglio i motivi specifici dell’inammissibilità, possiamo delineare le ragioni generali che conducono a un simile esito in sede di legittimità. Un ricorso inammissibile in Cassazione può derivare da diverse cause, tra cui:
* Vizi di Forma: La mancata osservanza delle regole procedurali per la stesura e la notifica dell’atto, come l’assenza di motivi specifici o la mancanza di sottoscrizione da parte di un avvocato abilitato al patrocinio in Cassazione.
* Manifesta Infondatezza: Quando i motivi del ricorso sono palesemente privi di qualsiasi fondamento giuridico, al punto da non richiedere un’analisi approfondita.
* Questioni di Merito: Se il ricorso tenta di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti già giudicati nei gradi precedenti, un compito che esula dalle competenze della Suprema Corte, la quale è giudice di legittimità e non di merito.
La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende funge da sanzione e deterrente contro l’abuso dello strumento processuale, mirando a scoraggiare impugnazioni presentate con leggerezza o a soli fini dilatori.
Implicazioni Pratiche e Considerazioni Finali
La decisione in esame ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità. Un ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma anche un onere economico non trascurabile. Per il cittadino, ciò sottolinea l’importanza di affidarsi a professionisti esperti che possano valutare con scrupolo le reali possibilità di successo di un’impugnazione in Cassazione. Per gli avvocati, rappresenta un monito a redigere atti impeccabili e a consigliare i propri assistiti con la massima diligenza, evitando di intraprendere percorsi giudiziari destinati all’insuccesso. La definitività della sentenza impugnata e la condanna economica sono le conseguenze dirette di un percorso legale che si interrompe prima ancora di essere discusso nel suo contenuto.
Cosa significa che un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che il ricorso non può essere esaminato nel merito dalla Corte perché presenta vizi procedurali o è manifestamente infondato. Di conseguenza, la sentenza precedentemente impugnata diventa definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata a pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria, in questo caso specifico pari a tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.
Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Questa condanna ha la natura di sanzione per aver adito la Corte con un ricorso che non rispettava i requisiti di legge. Serve come deterrente per evitare la presentazione di ricorsi temerari o dilatori, che sovraccaricano il sistema giudiziario.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 17346 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 17346 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a UDINE il 04/08/1995
avverso la sentenza del 01/07/2021 della CORTE APPELLO di TRIESTE
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
Letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME e la –
intempestiva- memoria trasmessa in data 29 marzo u.s.,
Ritenuto che il primo motivo di ricorso, con il quale si contesta la mancanza
di una condizione di procedibilità dei reati di cui ai capi di imputazione 1, 2 e 4 a seguito delle modifiche introdotte dall’art. 2 comma 1 lett. I) D.Igs. 150/2022 in
epoca antecedente al maturare del termine per proporre ricorso in Cassazione non è consentito, in quanto in presenza di ricorso per altro inammissibile non
può essere rilevata l’eventuale improcebilità sopravvenuta per i reati di furto (si vedano Sez. U. COGNOME);
ritenuto che il secondo motivo di ricorso, con il quale si lamenta la
correttezza della motivazione posta a base del giudizio di responsabilità circa l’affermata riferibilità dei fatti contestati a titolo di ricettazione, è inammissi
perché fondato su motivi già dedotti in appello e puntualmente affrontati dalla corte di merito (si veda in particolare pag. 8 della sentenza impugnata);
ritenuto pertanto che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore delle Cassa delle ammende.
Così deciso il 10 aprile 2025.