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Ricorso inammissibile: Cassazione e spese legali

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile proposto contro una sentenza di una Corte d’Appello. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: Cassazione e spese legali

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede rigore formale e sostanziale. Quando un’impugnazione non soddisfa i requisiti di legge, il risultato è una dichiarazione di ricorso inammissibile, con conseguenze economiche significative per chi lo ha proposto. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di questo esito processuale.

Il Contesto Processuale del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa da una Corte d’Appello nel luglio del 2024. L’imputato, tramite il suo difensore, ha deciso di impugnare tale decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, cercando di ottenere una riforma della pronuncia di secondo grado. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale, che ha fissato l’udienza per la discussione nel marzo del 2025.

La Decisione della Cassazione: il Ricorso Inammissibile

Dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato e aver dato avviso alle parti, la Corte di Cassazione ha emesso la sua decisione. Con una concisa ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza del ricorrente, ma si ferma a un livello precedente: la Corte ha riscontrato un vizio che impedisce l’esame della questione nel profondo. Di fatto, l’impugnazione è stata respinta ‘sulla porta’ del giudizio di legittimità.

Le Conseguenze Economiche per il Ricorrente

La dichiarazione di inammissibilità non è priva di effetti. Al contrario, l’ordinanza condanna esplicitamente il ricorrente a due pagamenti:
1. Le spese processuali: si tratta dei costi relativi al procedimento svoltosi dinanzi alla Cassazione.
2. Una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende: questa è una sanzione pecuniaria che la legge prevede in caso di inammissibilità del ricorso, volta a scoraggiare impugnazioni pretestuose o prive dei requisiti minimi.

Le Motivazioni

L’ordinanza in esame è molto sintetica e si limita a enunciare la decisione (il cosiddetto ‘dispositivo’), senza esplicitare le ragioni giuridiche che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile. Questa prassi non è rara. Spesso, quando l’inammissibilità è manifesta e deriva da vizi evidenti (come la tardività del ricorso, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge o la proposizione di censure di merito non consentite in sede di legittimità), la Corte adotta una motivazione semplificata o, come in questo caso, si concentra sul dispositivo. Le ragioni possono essere molteplici: il ricorso potrebbe essere stato presentato fuori termine, potrebbero mancare i motivi specifici richiesti dal codice di procedura penale, oppure le doglianze sollevate potrebbero riguardare una rivalutazione dei fatti, attività preclusa alla Corte di Cassazione, che è giudice di sola legittimità (cioè della corretta applicazione della legge).

Le Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio eccezionale, non una terza istanza di giudizio sul fatto. La presentazione di un ricorso inammissibile comporta conseguenze economiche dirette e non trascurabili. Per i cittadini, ciò sottolinea l’importanza di affidarsi a un difensore esperto che possa valutare attentamente i presupposti e le effettive possibilità di successo di un’impugnazione in sede di legittimità. Per gli avvocati, rappresenta un monito sulla necessità di redigere atti conformi ai rigorosi requisiti formali e sostanziali imposti dalla legge, per evitare di esporre i propri assistiti a condanne economiche e alla definitiva chiusura del percorso giudiziario.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non ha potuto esaminare il caso nel merito perché l’impugnazione presentata mancava dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge. La decisione impugnata diventa quindi definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Come stabilito nell’ordinanza, la persona che ha presentato il ricorso è condannata a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria, in questo caso di tremila euro, a favore della Cassa delle ammende.

Perché l’ordinanza non spiega in dettaglio i motivi dell’inammissibilità?
Nei casi in cui le cause di inammissibilità sono evidenti e palesi, la Corte di Cassazione può emettere un’ordinanza con una motivazione semplificata o concentrata sul solo dispositivo, limitandosi a dichiarare l’esito senza una dettagliata esposizione delle ragioni giuridiche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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