Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi e Conseguenze
Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma è un percorso irto di ostacoli formali. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare le gravi conseguenze di un ricorso inammissibile. Questo provvedimento, pur nella sua sinteticità, illustra chiaramente come un’impugnazione mal impostata non solo non venga esaminata nel merito, ma comporti anche significative sanzioni economiche per chi la propone. Vediamo nel dettaglio cosa è successo e quali lezioni possiamo trarne.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino in data 8 ottobre 2024. Un individuo, ritenendo ingiusta tale decisione, ha deciso di presentare ricorso presso la Suprema Corte di Cassazione, chiedendone l’annullamento. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale, che ha fissato l’udienza per la discussione il 4 aprile 2025.
La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile
All’esito dell’udienza, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con una decisione netta e perentoria: il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
Questa statuizione è di fondamentale importanza. Dichiarare l’inammissibilità significa che i giudici non sono entrati nel merito della questione. Non hanno valutato se il ricorrente avesse ragione o torto sui fatti, ma si sono fermati a una valutazione preliminare, riscontrando un vizio che impediva l’analisi stessa dell’impugnazione. La conseguenza diretta è stata la condanna del ricorrente al pagamento di due voci di spesa:
1. Le spese processuali sostenute per il giudizio di Cassazione.
2. Una somma di euro 3.000,00 da versare alla Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità del ricorso.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza in esame è estremamente concisa e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato alla dichiarazione di inammissibilità. Tuttavia, in base alla prassi e alla normativa processuale, possiamo ipotizzare le cause più comuni. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse ragioni, tra cui:
* Mancanza dei motivi specifici: Il ricorso non indicava in modo chiaro e preciso quali norme di legge sarebbero state violate o applicate erroneamente dalla Corte d’Appello.
* Proposizione di questioni di fatto: La Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Non può rivalutare le prove o ricostruire i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione del diritto. Se il ricorso tentava di ottenere una nuova valutazione dei fatti, era destinato all’inammissibilità.
* Vizi formali: L’atto potrebbe essere stato presentato oltre i termini di legge o da un difensore non abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori.
Qualunque sia stata la causa specifica, il risultato non cambia: l’impugnazione è stata rigettata in limine litis, ovvero all’inizio del procedimento.
Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ci insegna una lezione cruciale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio eccezionale che richiede un rigore tecnico e formale assoluto. Un ricorso inammissibile non è solo un’occasione persa per far valere le proprie ragioni, ma si trasforma in un costo economico tangibile. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione alla Cassa delle ammende serve a scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate, tutelando la funzione deflattiva della Suprema Corte. Per chi intende percorrere questa strada, è quindi indispensabile affidarsi a un legale esperto in diritto processuale e nel giudizio di Cassazione, al fine di evitare un esito tanto sfavorevole quanto prevedibile.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito del caso (cioè se il ricorrente avesse ragione o torto) perché l’atto di ricorso presentava vizi formali o sostanziali che ne impedivano la valutazione, come la mancanza di motivi specifici o la richiesta di una nuova valutazione dei fatti.
Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente in questo caso?
Il ricorrente è stato condannato a pagare sia le spese del processo sia una somma aggiuntiva di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione prevista specificamente per i casi di inammissibilità del ricorso.
Contro quale provvedimento era stato proposto il ricorso?
Il ricorso era stato presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino emessa in data 8 ottobre 2024.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16302 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16302 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a GENOVA il 18/02/1986
avverso la sentenza del 08/10/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminato il ricorso di NOME COGNOME
OSSERVA
Ritenuto che il motivo di ricorso attraverso cui si deducono vizi di motivazione in ord
trattamento sanzionatorio, alla luce della precisa motivazione in ordine all’adeguatez pena per come rideterminata e ridotta all’esito del rinnovato calcolo erroneamente effett
primo giudice, è generico in quanto privo di effettiva censura nei confronti della d impugnata; che, infatti, il ricorso è inammissibile per genericità dei motivi allorché gli
contengono la precisa prospettazione delle ragioni in fatto o in diritto da sottoporre
(Sez. 3, n. 16851 del 02/03/2010, Cecco, Rv. 246980);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condann
ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 04/04/2025