Ricorso Inammissibile in Cassazione: Conseguenze Economiche per il Ricorrente
Un ricorso inammissibile davanti alla Corte di Cassazione non è solo una sconfitta processuale, ma comporta anche precise conseguenze economiche. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce come, oltre al pagamento delle spese legali, il ricorrente possa essere condannato a versare una somma a titolo di sanzione pecuniaria. Analizziamo questo caso per comprendere meglio i meccanismi e le implicazioni di una simile decisione.
I Fatti del Caso: Un Appello Respinto
La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un individuo contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Genova in data 17 ottobre 2024. Il ricorrente, nato a Genova nel 2001, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando le sue ragioni davanti ai giudici di legittimità. Il caso è stato assegnato alla settima sezione penale, la quale ha fissato l’udienza per la discussione il 21 marzo 2025.
La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile
Dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato e aver valutato gli atti, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza dal contenuto netto e perentorio: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria impedisce alla Corte di entrare nel merito della questione, ovvero di analizzare se le doglianze del ricorrente fossero fondate o meno. Il giudizio si ferma a una fase preliminare, accertando che l’atto di impugnazione non possiede i requisiti minimi richiesti dalla legge per poter essere esaminato.
Le Motivazioni della Decisione
Sebbene l’ordinanza in esame non espliciti le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo delineare le cause più comuni che portano a tale esito in sede di legittimità. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diversi vizi, tra cui:
* Mancanza dei motivi specifici: il ricorso non indica chiaramente quali norme di legge si assumono violate o quali vizi logici inficiano la motivazione della sentenza impugnata.
* Proposizione di questioni di merito: la Cassazione è giudice di legittimità, non di merito. Non può rivalutare i fatti così come sono stati accertati nei gradi precedenti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza della motivazione. Un ricorso che chiede una nuova valutazione delle prove è, per definizione, inammissibile.
* Vizi formali: errori nella redazione dell’atto, mancato rispetto dei termini per la presentazione o assenza di elementi essenziali richiesti dal codice di procedura penale.
La decisione di inammissibilità, quindi, non significa che il ricorrente avesse torto nel merito, ma che il suo modo di adire la Corte Suprema non era conforme alle regole processuali.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia
La conseguenza più tangibile di questa ordinanza è di natura economica. La Corte non si è limitata a dichiarare il ricorso inammissibile, ma ha anche condannato il ricorrente a due pagamenti distinti:
1. Il pagamento delle spese processuali sostenute nello specifico giudizio.
2. Il versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.
Questa sanzione pecuniaria ha una funzione deterrente: mira a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano il sistema giudiziario senza reali possibilità di accoglimento. La pronuncia ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità, e l’abuso dello strumento processuale comporta conseguenze economiche dirette e significative per la parte che lo pone in essere.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge per l’accesso al giudizio di legittimità.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una sanzione pecuniaria (nell’ordinanza, pari a 3.000 euro) in favore della Cassa delle ammende.
La condanna alla sanzione pecuniaria è automatica in caso di inammissibilità?
Sì, la condanna al pagamento delle spese e di una somma a favore della Cassa delle ammende è una conseguenza prevista dalla legge in caso di declaratoria di inammissibilità del ricorso, per scoraggiare impugnazioni avventate.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13673 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13673 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 21/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a GENOVA il 07/02/2001
avverso la sentenza del 17/10/2024 della CORTE APPELLO di GENOVA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
visto il ricorso di Espinoza NOME
OSSERVA
Ritenuto che il ricorso con cui si deduce l’eccessività della pena è manifestamente infondato
e costituisce mera riproposizione di analogo motivo cui la Corte ha fornito adeguata rispost allorché ha valorizzato, come tra l’altro effettuato dal primo giudice, i presupposti di cui
133 cod. pen. ed il numero delle persone offese coinvolte dalle condotte poste in essere i occasione della perpetrazione di entrambi i reati.
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 21/03/2025.