Ricorso Inammissibile: Quando l’Impugnazione Costa Cara
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è un’azione priva di rischi. Un’ordinanza recente ci mostra chiaramente quali possono essere le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile. Quando un’impugnazione non rispetta i rigidi requisiti procedurali, non solo non viene esaminata nel merito, ma comporta anche sanzioni pecuniarie significative per il ricorrente.
I Fatti del Caso
Il caso in esame trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano del 22 maggio 2024. Il ricorrente ha impugnato tale decisione dinanzi alla Corte di Cassazione. Tuttavia, il percorso processuale si è interrotto bruscamente. L’ordinanza non entra nei dettagli dei fatti che hanno portato alla condanna in appello, ma si concentra esclusivamente sull’esito del ricorso presentato alla Suprema Corte.
La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile
Con un provvedimento emesso il 17 gennaio 2025, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non significa che la Corte abbia dato ragione o torto al ricorrente nel merito della questione; significa, piuttosto, che il ricorso presentava dei vizi talmente gravi da impedirne persino la discussione. La Corte, in sostanza, non ha potuto valutare se la sentenza d’appello fosse giusta o sbagliata, perché l’atto di impugnazione non era conforme alla legge.
Le Motivazioni della Decisione
Sebbene l’ordinanza non espliciti le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo delineare le cause più comuni che portano a tale esito. Un ricorso può essere dichiarato inammissibile per svariati motivi, tra cui la presentazione oltre i termini di legge, la mancanza di motivi specifici di impugnazione, la non conformità dell’atto ai requisiti formali richiesti dal codice di procedura penale, o la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti, non consentite in sede di legittimità. In questo caso, i giudici supremi hanno evidentemente riscontrato uno di questi difetti, che ha precluso l’esame della vicenda.
Le Conclusioni: le Conseguenze Economiche del Ricorso Inammissibile
La conseguenza più tangibile di questa decisione è di natura economica. La Corte non si è limitata a respingere il ricorso, ma ha condannato il ricorrente a due pagamenti:
1. Le spese processuali: si tratta dei costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento davanti alla Cassazione.
2. Una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende: questa non è un risarcimento, ma una vera e propria sanzione pecuniaria volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o palesemente infondati. Serve a penalizzare l’abuso dello strumento processuale, che impegna inutilmente le risorse della giustizia. Questa ordinanza, pur nella sua sinteticità, funge da monito: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità e nel rispetto delle regole procedurali, pena l’applicazione di sanzioni che possono rivelarsi onerose.
Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. La decisione impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene, di regola, condannato al pagamento delle spese del procedimento.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Come stabilito in questa ordinanza, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, da versare alla Cassa delle ammende. Questa sanzione ha lo scopo di disincentivare impugnazioni dilatorie o prive dei requisiti di legge.
Cosa significa la condanna al pagamento in favore della Cassa delle ammende?
Significa che il ricorrente deve versare una somma di denaro a un ente pubblico, la Cassa delle ammende, che utilizza questi fondi per finanziare progetti di reinserimento per i detenuti. È una sanzione prevista dalla legge per chi promuove un’impugnazione dichiarata inammissibile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 20270 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 20270 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 17/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato il 10/10/1979
avverso la sentenza del 22/05/2024 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che il ricorso proposto da COGNOME NOME è inammissibile, atteso
che emerge, a fronte di articolata motivazione sul punto, una censura del tutto generica e astratta e tendente alla mera quanto sintetica rivalutazione del merito
(nonostante l’ampiezza delle motivazioni conformi), oltre a tradursi in una mera contestazione della pena, al contrario ben motivata sia nella illustrazione della
concessione delle attenuanti generiche (erroneamente trascurata dalla difesa) che nella spiegazione del giudizio di dosimetria della pena ( cfr. pag. 12 della sentenza
impugnata).
Rilevato che pertanto il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000 in favore della Cassa delle Ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 17.1.2025