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Ricorso inammissibile: Cassazione e sanzioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una sentenza della Corte d’Appello, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quali sono le conseguenze economiche?

Presentare un’impugnazione in Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è un’opzione priva di rischi. Un ricorso inammissibile non solo pone fine al percorso giudiziario, ma comporta anche significative conseguenze economiche per chi lo ha proposto. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come la superficialità o la mancanza dei presupposti legali in un ricorso si traduca in una condanna al pagamento di spese e sanzioni.

I Fatti del Caso

Due soggetti avevano presentato ricorso alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Venezia in data 30 maggio 2024. L’obiettivo era, evidentemente, ottenere l’annullamento o la riforma della decisione di secondo grado. Tuttavia, il percorso del loro ricorso si è interrotto prima ancora di entrare nel vivo della discussione.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con un’ordinanza emessa il 10 aprile 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda. I giudici supremi, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato, non hanno avuto dubbi: i ricorsi proposti erano da dichiarare inammissibili. Questa decisione impedisce alla Corte di esaminare il merito delle questioni sollevate, fermandosi a una valutazione preliminare sulla correttezza formale e sostanziale dell’atto di impugnazione.

Le Conseguenze di un Ricorso Inammissibile

La declaratoria di inammissibilità non è una mera formalità. La Corte, come previsto dalla procedura, ha immediatamente applicato le sanzioni conseguenti. I ricorrenti sono stati condannati in solido al pagamento delle spese processuali, ovvero i costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento.

In aggiunta, è stata irrogata una sanzione pecuniaria significativa: la condanna al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questo fondo statale è destinato a finanziare progetti di miglioramento delle infrastrutture carcerarie e programmi di reinserimento per i detenuti. La sanzione ha quindi una duplice funzione: sanzionare l’abuso dello strumento processuale e contribuire a un fine di pubblica utilità.

Le Motivazioni

Sebbene l’ordinanza non entri nel dettaglio delle specifiche ragioni di inammissibilità (che possono variare dalla tardività alla genericità dei motivi), la motivazione della condanna alle spese e alla sanzione è implicita nella decisione stessa. La legge prevede che la parte che propone un ricorso dichiarato inammissibile debba farsi carico non solo delle spese del procedimento che ha inutilmente attivato, ma anche di una sanzione pecuniaria. Questa misura serve a disincentivare la presentazione di appelli temerari o palesemente infondati, che sovraccaricano il sistema giudiziario e ne rallentano l’efficienza. La condanna, pertanto, non è discrezionale ma costituisce una conseguenza automatica e doverosa della declaratoria di inammissibilità del ricorso.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità. Un ricorso inammissibile non è un tentativo fallito, ma un errore procedurale che comporta costi certi e talvolta elevati. Prima di impugnare una sentenza davanti alla Corte di Cassazione, è indispensabile una valutazione approfondita da parte di un legale esperto sui presupposti di ammissibilità e sulla fondatezza dei motivi, per evitare di incorrere in sanzioni che possono aggravare ulteriormente la posizione processuale.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
La Corte non esamina il merito della questione e il ricorso viene rigettato. La sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato a pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria.

Chi deve sostenere i costi in caso di inammissibilità del ricorso?
I costi sono a carico della parte che ha presentato il ricorso. Nel caso esaminato, i due ricorrenti sono stati condannati a pagare sia le spese del procedimento sia una somma di tremila euro.

A cosa serve la Cassa delle ammende?
È un fondo gestito dal Ministero della Giustizia che raccoglie le somme derivanti da sanzioni pecuniarie e multe, utilizzandole per finanziare il miglioramento delle condizioni delle carceri e programmi di recupero per i detenuti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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