Ricorso inammissibile: Le Conseguenze di una Dichiarazione della Cassazione
L’accesso alla Corte di Cassazione, massimo organo della giurisdizione italiana, è soggetto a rigidi requisiti formali e sostanziali. Un’ordinanza emessa dalla Settima Sezione Penale mette in luce le conseguenze dirette di un ricorso inammissibile, un esito che comporta non solo la conferma della decisione impugnata, ma anche significative sanzioni economiche per il ricorrente. Questo provvedimento ci offre l’opportunità di analizzare cosa significhi, in pratica, vedersi chiudere le porte del giudizio di legittimità.
Il Percorso Giudiziario del Caso
Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Venezia nel maggio del 2024. Il ricorrente ha tentato di portare la questione all’attenzione della Suprema Corte di Cassazione per ottenere una revisione della decisione di secondo grado. Tuttavia, il percorso del suo gravame si è interrotto bruscamente con una pronuncia di inammissibilità.
La Decisione della Suprema Corte: Cosa ha Stabilito?
Con un’ordinanza sintetica ma perentoria, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si ferma a un livello preliminare, accertando la mancanza dei presupposti necessari per procedere a un esame più approfondito. La conseguenza diretta di questa declaratoria è duplice e di natura prettamente economica:
1. Condanna alle spese processuali: Il ricorrente è stato obbligato a farsi carico di tutti i costi del procedimento dinanzi alla Cassazione.
2. Sanzione pecuniaria: È stata disposta la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha una funzione deterrente, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o privi dei requisiti di legge.
Le Motivazioni: I Principi Dietro l’Inammissibilità del Ricorso
Sebbene l’ordinanza in esame non espliciti le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo delineare i motivi generali per cui un ricorso in Cassazione viene respinto in questa fase preliminare. Un ricorso inammissibile è tale quando viola le norme procedurali che ne disciplinano la presentazione. Le cause più comuni includono:
* Vizi di forma: Mancanza di elementi essenziali nell’atto, come la chiara esposizione dei motivi o la sottoscrizione da parte di un avvocato abilitato al patrocinio in Cassazione.
* Proposizione fuori termine: Il ricorso è stato presentato oltre il limite temporale stabilito dalla legge.
* Motivi non consentiti: Vengono sollevate questioni di fatto, che non possono essere riesaminate in sede di legittimità, dove la Corte valuta solo la corretta applicazione del diritto.
* Manifesta infondatezza: I motivi addotti appaiono, a una prima analisi, del tutto privi di fondamento giuridico.
La condanna alla Cassa delle ammende, in particolare, scatta quando l’inammissibilità è dovuta a colpa del ricorrente, proprio per sanzionare l’abuso dello strumento processuale.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche e Monito per i Ricorrenti
La decisione della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio, ma uno strumento straordinario di controllo sulla legalità delle decisioni dei giudici di merito. La dichiarazione di inammissibilità non è una mera formalità, ma un atto che comporta conseguenze concrete e onerose. Questa ordinanza serve da monito sull’importanza di affidarsi a professionisti esperti per valutare attentamente la sussistenza dei presupposti per un ricorso, evitando così non solo un esito sfavorevole, ma anche l’aggravio di spese e sanzioni che ne derivano.
Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione nel caso in esame?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato, senza quindi esaminare il merito della questione.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Cosa significa in termini pratici che un ricorso è ‘inammissibile’?
Significa che l’appello non possiede i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge per essere giudicato. Di conseguenza, la Corte non valuta se la decisione precedente era giusta o sbagliata, ma si limita a respingere l’atto di impugnazione per ragioni procedurali.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14280 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14280 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 31/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a GELA il 11/05/1975
avverso la sentenza del 09/05/2024 della CORTE APPELLO di VENEZIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RG 41468/24 – COGNOME NOME
OSSERVA
Visti gli atti e la sentenza impugnata (afferente il reato di cui all’art. 385
cod. pen.);
esaminato l’unico motivo di ricorso, con cui la difesa censura un’erronea
valutazione delle prove quanto ad identificazione del ricorrente;
considerato che, sul punto, la sentenza impugnata è immune da censure
sul piano logico-giuridico, avendo correttamente valorizzato il complesso compendio probatorio costituito, non soltanto dalle immagini estrapolate dai
filmati di videosorveglianza, ma anche dall’attività di indagine svolta direttamente dagli operanti (cfr. p. 2 della sentenza);
ritenuto che il ricorso deve, pertanto, essere dichiarato inammissibile, con
la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 31/03/2025