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Ricorso inammissibile: Cassazione e sanzioni

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 7 marzo 2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile presentato da un cittadino contro una sentenza della Corte d’Appello di Bolzano. A seguito della decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, evidenziando le conseguenze di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze e Sanzioni secondo la Cassazione

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano, una fase delicata che richiede il rispetto di rigorosi requisiti formali e sostanziali. Quando questi non vengono soddisfatti, il risultato è un ricorso inammissibile, una decisione che non solo pone fine al percorso giudiziario ma comporta anche conseguenze economiche per chi lo ha proposto. Un’ordinanza della settima sezione penale della Corte di Cassazione, datata 7 marzo 2025, illustra perfettamente questo scenario.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato da un cittadino avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello, sezione distaccata di Bolzano, il 19 settembre 2024. Il ricorrente ha deciso di impugnare tale decisione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, cercando di ottenere una riforma della pronuncia di secondo grado. Il caso è stato assegnato alla settima sezione penale, un organo che spesso svolge una funzione di filtro per i ricorsi che non presentano i presupposti per essere discussi in udienza pubblica.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

Con una sintetica ma perentoria ordinanza, la Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla questione. I giudici supremi, dopo aver sentito la relazione del Consigliere relatore, hanno dichiarato il ricorso inammissibile.

Questa decisione ha avuto due conseguenze dirette e significative per il ricorrente:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali, ovvero i costi che lo Stato ha sostenuto per la gestione del procedimento.
2. La condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Si tratta di una sanzione pecuniaria volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che appesantiscono inutilmente il sistema giudiziario.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza in esame non entra nel dettaglio delle ragioni specifiche che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Questo è tipico dei provvedimenti emessi dalla settima sezione, che decidono de plano, ovvero senza una pubblica udienza, quando il ricorso appare manifestamente privo dei requisiti di legge. Le cause di un ricorso inammissibile possono essere molteplici: la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (come la violazione di legge o il vizio di motivazione), o il tentativo di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. La condanna alla sanzione pecuniaria è una conseguenza diretta prevista dal codice di procedura penale, che il giudice applica discrezionalmente, proprio per sanzionare l’abuso dello strumento processuale.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione della Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, specialmente al suo più alto livello, deve essere esercitato con responsabilità. Un ricorso inammissibile non è un evento neutro, ma un errore procedurale che comporta costi per la collettività e sanzioni per l’individuo. Questo caso serve da monito sull’importanza di una valutazione legale approfondita prima di intraprendere un’impugnazione in Cassazione. È essenziale che i motivi del ricorso siano solidi, pertinenti e conformi ai rigidi paletti stabiliti dal legislatore, per evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche un significativo esborso economico.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e può essere ulteriormente sanzionato con il pagamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Questa condanna è una sanzione pecuniaria prevista dalla legge per i casi di inammissibilità del ricorso. Il suo scopo è quello di disincentivare la presentazione di impugnazioni avventate, dilatorie o manifestamente infondate, che contribuiscono a sovraccaricare il lavoro della Corte di Cassazione.

Qual è la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso e, di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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