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Ricorso inammissibile: Cassazione e sanzione pecuniaria

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 11/04/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino. La decisione evidenzia che la presentazione di un ricorso viziato comporta non solo la condanna al pagamento delle spese processuali, ma anche il versamento di una sanzione pecuniaria, fissata in 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende, a causa della colpa del ricorrente.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche di un’Impugnazione Avventata

Presentare un’impugnazione alla Corte di Cassazione è un passo delicato che richiede un’attenta valutazione dei presupposti di legge. Un ricorso inammissibile non solo conclude la vicenda processuale in modo sfavorevole, ma può anche comportare significative conseguenze economiche per chi lo propone. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di questa dinamica, condannando il ricorrente al pagamento di una somma aggiuntiva a titolo di sanzione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino in data 11 settembre 2024. L’imputato, non accettando la decisione dei giudici di secondo grado, ha deciso di adire la Corte di Cassazione, ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. La Suprema Corte, tuttavia, non è entrata nel merito della questione, fermandosi a una valutazione preliminare sulla validità stessa dell’impugnazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

Con un’ordinanza emessa l’11 aprile 2025, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa declaratoria ha impedito qualsiasi discussione sulle ragioni di fatto e di diritto che il ricorrente intendeva sollevare. La decisione non si è limitata a confermare la sentenza impugnata, ma ha aggiunto due specifiche condanne accessorie a carico del ricorrente:

1. Il pagamento delle spese processuali.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le motivazioni

La Corte ha motivato la sanzione pecuniaria aggiuntiva richiamando esplicitamente la “colpa del ricorrente” e facendo riferimento a un principio consolidato dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 186 del 2000. La decisione si fonda sull’idea che l’accesso alla giustizia, pur essendo un diritto fondamentale, non deve tradursi in un abuso dello strumento processuale. Quando un ricorso è palesemente privo dei requisiti richiesti dalla legge, al punto da essere dichiarato inammissibile, si presume una negligenza o una leggerezza da parte di chi lo ha proposto. Tale condotta sovraccarica inutilmente il sistema giudiziario. Per questo motivo, la legge prevede una sanzione economica che funge da deterrente contro impugnazioni avventate o meramente dilatorie. L’importo viene stabilito dal giudice in via equitativa, tenendo conto dei motivi addotti nel ricorso, che in questo caso sono stati evidentemente ritenuti del tutto infondati.

Le conclusioni

La pronuncia in esame ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: impugnare una sentenza in Cassazione non è un atto privo di conseguenze. Un ricorso inammissibile espone il proponente a un rischio economico concreto, che va oltre il semplice pagamento delle spese legali. La condanna al versamento di una somma alla Cassa delle ammende rappresenta una sanzione per aver attivato inutilmente la macchina della giustizia di legittimità. Questa ordinanza serve da monito per avvocati e assistiti, sottolineando l’importanza di una rigorosa analisi preliminare sulla fondatezza e ammissibilità dei motivi di ricorso prima di rivolgersi alla Suprema Corte.

Cosa succede quando un ricorso penale in Cassazione è dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e, come in questo caso, può essere obbligata a versare una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

Perché viene applicata una sanzione economica in caso di ricorso inammissibile?
La sanzione viene applicata quando l’inammissibilità è attribuibile a “colpa del ricorrente”. Serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati, temerari o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.

Come viene determinato l’importo della sanzione da versare alla Cassa delle ammende?
L’importo è fissato dal giudice in via equitativa, cioè con una valutazione discrezionale basata sulle circostanze del caso, e in particolare sulla natura dei motivi dedotti nel ricorso, che ne rivelano il grado di infondatezza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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