Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza e le Conseguenze Economiche
L’accesso alla Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano, ma è subordinato a rigidi requisiti procedurali. Un ricorso inammissibile non solo pone fine al percorso legale del ricorrente, ma comporta anche significative conseguenze economiche. Analizziamo un’ordinanza recente per comprendere meglio questo istituto.
Il Caso in Esame: un Epilogo Procedurale
La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 9 dicembre 2024. Il ricorrente ha cercato di ottenere una revisione di tale decisione dinanzi alla Corte di Cassazione. Tuttavia, il percorso si è interrotto bruscamente.
La Suprema Corte, riunita in udienza il 14 aprile 2025, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere, ha emesso un’ordinanza che ha messo la parola fine al procedimento.
La Decisione della Corte e il Concetto di Ricorso Inammissibile
L’esito del giudizio è stato netto: la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa formula non entra nel merito delle ragioni del ricorrente, ma si concentra su un aspetto preliminare: il ricorso presentato non possedeva i requisiti di forma e di sostanza richiesti dalla legge per poter essere esaminato.
La dichiarazione di inammissibilità ha due conseguenze dirette e onerose per chi ha proposto il ricorso:
1. Condanna al pagamento delle spese processuali: il ricorrente è tenuto a rimborsare i costi del procedimento.
2. Condanna al versamento di una somma alla Cassa delle ammende: in questo caso specifico, la Corte ha fissato la sanzione pecuniaria in tremila euro. Questa somma non è un risarcimento, ma una vera e propria sanzione volta a scoraggiare ricorsi presentati con leggerezza o senza fondamento giuridico.
Le motivazioni
L’ordinanza in esame, come spesso accade per le decisioni di inammissibilità, è molto sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno condotto a tale esito. Tuttavia, in via generale, un ricorso inammissibile in Cassazione può derivare da diverse cause. Tra le più comuni vi sono la mancata indicazione dei motivi di diritto per cui si chiede l’annullamento della sentenza impugnata, la proposizione di questioni di fatto (che la Cassazione non può valutare), o il mancato rispetto dei termini perentori per la presentazione dell’atto.
La decisione della Corte non valuta se il ricorrente avesse ragione o torto nel merito della controversia, ma si ferma a un controllo preliminare, stabilendo che l’atto introduttivo non era idoneo a dare inizio a un valido giudizio di legittimità.
Le conclusioni
La pronuncia analizzata ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla Corte di Cassazione non è un diritto incondizionato, ma è soggetto al filtro rigoroso dell’ammissibilità. Un ricorso inammissibile non solo è inefficace ai fini della revisione della sentenza impugnata, ma si trasforma in un costo significativo per il ricorrente. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione alla Cassa delle ammende serve da monito, sottolineando la necessità di ponderare attentamente la fondatezza e la correttezza formale del ricorso prima di adire la Suprema Corte, al fine di evitare l’abuso dello strumento processuale.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che il ricorso presenta vizi di forma, di procedura o di sostanza tali da non poter essere nemmeno esaminato nel merito. La Corte, in pratica, non valuta se le ragioni del ricorrente siano giuste o sbagliate, ma si ferma a un controllo preliminare.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Sulla base del provvedimento analizzato, chi propone un ricorso dichiarato inammissibile viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma a titolo di sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata di tremila euro.
La Corte ha analizzato il merito della questione nel caso specifico?
No. La dichiarazione di inammissibilità ha impedito alla Corte di Cassazione di procedere all’esame del merito della controversia. La decisione si è basata esclusivamente su aspetti procedurali, senza entrare nel vivo delle argomentazioni difensive.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 29809 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 29809 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 14/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a CODOGNO il 09/07/1984
omettere le generalità e gli altri dati identificativi, a norma dell’art. 52 d.lgs. 196/03 in quanto*
O disposto d’ufficio
O a richiesta di parte
imposto dalla legge
avverso la sentenza del 09/12/2024 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 2616/2025
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti, la sentenza impugnata (condanna per il reato previsto dall’art. 570 bi pen.);
Esaminati i motivi di ricorso, relativi al
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giudizio di responsabilità, all’applicabilità dell fattispecie ai figli di genitori non coniugati, alla sussistenza degli elementi costitutivi
al trattamento sanzionatorio;
Ritenuti i motivi inammissibili perché manifestamente infondati, meramente riproduttivi censure già correttamente valutate dai Giudici di merito e sostanzialmente volti a sollecitare
non consentita rivalutazione delle prove e una diversa ricostruzione dei fatti, nonché per generici rispetto alla motivazione delle sentenze emesse con le quali obiettivamente non s
confrontano (cfr., sentenza anche di primo grado);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processua e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 14 aprile 2025.