Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Condanna alle Spese
L’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione che analizziamo oggi offre uno spunto fondamentale per comprendere le conseguenze di un ricorso inammissibile. Sebbene il documento sia estremamente sintetico, la sua decisione è netta e rappresenta un monito per chiunque intenda adire la Suprema Corte. Il caso riguarda un’impugnazione contro una sentenza della Corte d’Appello di Trieste, conclusasi non con una valutazione nel merito, ma con una declaratoria che blocca il processo sul nascere.
L’Analisi del Caso Concreto
I fatti processuali sono lineari: una parte, sentendosi lesa da una pronuncia della Corte d’Appello di Trieste del 26 marzo 2024, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione. Questo atto rappresenta l’ultimo grado di giudizio ordinario, un’opportunità per contestare la violazione di norme di diritto o vizi di motivazione della sentenza precedente. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato.
La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile e le Sue Conseguenze
La settima sezione penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 3 marzo 2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa formula significa che i giudici non sono entrati nel vivo della questione, non hanno valutato se le ragioni della ricorrente fossero fondate o meno. La decisione si è fermata a un livello preliminare, un vero e proprio ‘filtro’ che il ricorso non ha superato.
Le conseguenze di questa declaratoria sono state immediate e gravose per la parte ricorrente:
1. Condanna alle spese processuali: La parte che ha promosso un giudizio conclusosi a suo sfavore deve farsi carico dei costi del procedimento.
2. Condanna al pagamento di una sanzione: La Corte ha inflitto una sanzione pecuniaria di 3.000 euro da versare alla Cassa delle ammende. Questo non è un risarcimento, ma una vera e propria sanzione volta a scoraggiare impugnazioni presentate senza i requisiti di legge o con finalità meramente dilatorie.
Le Motivazioni dietro un’Ordinanza di Inammissibilità
L’ordinanza in esame non esplicita le ragioni specifiche dell’inammissibilità, come spesso accade in queste pronunce standardizzate. Tuttavia, la legge processuale penale delinea chiaramente le cause che portano a tale esito. Un ricorso può essere dichiarato inammissibile, ad esempio, perché presentato fuori termine, da un soggetto non legittimato, per motivi non consentiti dalla legge (come una rivalutazione dei fatti, preclusa in Cassazione) o per la genericità e manifesta infondatezza dei motivi addotti. La funzione di ‘filtro’ della Cassazione è essenziale per garantire che solo le questioni giuridicamente rilevanti vengano esaminate, evitando un sovraccarico del sistema giudiziario.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia
Questa ordinanza, pur nella sua brevità, è emblematica. Ci insegna che l’accesso alla giustizia, specialmente ai suoi gradi più alti, è subordinato al rispetto di regole procedurali rigorose. Un ricorso inammissibile non solo rende definitiva la sentenza impugnata, precludendo ogni ulteriore discussione, ma comporta anche conseguenze economiche significative. Per i cittadini e i loro legali, ciò si traduce nella necessità di valutare con estrema attenzione i presupposti di un’impugnazione, redigendola con la massima perizia tecnica per evitare di incorrere in una secca declaratoria di inammissibilità e nelle relative sanzioni.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte di Cassazione non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. Di conseguenza, il provvedimento impugnato diventa definitivo.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata a pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.
Perché la Corte di Cassazione condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende?
La condanna al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende è una sanzione pecuniaria prevista dalla legge come conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Ha lo scopo di scoraggiare la presentazione di appelli temerari o palesemente infondati che sovraccaricano il sistema giudiziario.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 29783 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 29783 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 03/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 28/04/1980
»sente provvedertene omettere le generante e gli albi dati iderrfficativl a norma dell’art. 52 tigs. 196103 in quanta Di disposto d’ufficio Oi richiesta di parte fl imposto dalla legge avverso la sentenza del 26/03/2024 della CORTE APPELLO di TRIESTE
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminati i motivi di ricorso.
Osservato che il motivo sulla mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche non è stato dedotto in appello ed è quindi inammissibile.
Rilevato che la doglianza, relativa alla mancata concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena è riproduttiva di censure già adeguatamente
vagliate e disattese con corretti argomenti giuridici dalla Corte di appello (vedi e 5).
pag. 4
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di
euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condannaittricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 3/03/2025.