Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta a una Nuova Valutazione dei Fatti
L’ordinamento giuridico italiano prevede diversi gradi di giudizio per garantire un’attenta valutazione di ogni caso. Tuttavia, l’accesso alla Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giurisdizione, è soggetto a regole precise. Una recente ordinanza chiarisce un punto fondamentale: non si può chiedere alla Suprema Corte di riesaminare i fatti. Quando ciò accade, il risultato è un ricorso inammissibile, con conseguenze economiche per chi lo presenta. Analizziamo insieme questa decisione per capire i limiti del giudizio di legittimità.
I Fatti del Caso
Un soggetto aveva presentato ricorso alla Corte di Cassazione avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Bari in data 4 luglio 2024. Il contenuto specifico del provvedimento del Tribunale di Sorveglianza non è dettagliato nel testo, ma il fulcro della questione risiede nella natura stessa dell’impugnazione proposta alla Suprema Corte.
Il ricorrente, attraverso il suo atto, non ha sollevato questioni relative a presunte violazioni di legge o vizi procedurali, che sono le uniche materie di competenza della Cassazione. Al contrario, ha tentato di ottenere una revisione del giudizio di fatto, sollecitando la Corte a una “rilettura” degli elementi già valutati dal giudice precedente.
La Declaratoria di Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 16 gennaio 2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della richiesta del ricorrente, ma si ferma a un livello preliminare, constatando la mancanza dei presupposti stessi per poter procedere a un esame della questione.
La Corte ha agito in modo netto, stabilendo che la richiesta avanzata era al di fuori del perimetro delle sue funzioni. Di conseguenza, oltre a rigettare l’impugnazione, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Decisione
Il principio giuridico alla base di questa ordinanza è uno dei cardini del nostro sistema processuale. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Questo significa che il suo compito non è stabilire come sono andati i fatti, ma verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e seguito le giuste procedure.
La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che il ricorso si era “limitato a sollecitare una non consentita rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione con l’adozione di parametri di valutazione diversi da quelli adottati nell’ordinanza impugnata”. In parole semplici, il ricorrente chiedeva alla Cassazione di sostituire la propria valutazione dei fatti a quella già operata dal Tribunale di Sorveglianza. Questa richiesta è intrinsecamente inammissibile. La Corte non può e non deve trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito della controversia.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa decisione ribadisce con forza un concetto fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. È inutile e controproducente presentare un ricorso basato esclusivamente su una diversa interpretazione delle prove o dei fatti. Un’impugnazione di questo tipo è destinata a essere dichiarata inammissibile.
Le conseguenze non sono solo la mancata revisione del caso, ma anche un esborso economico significativo. La condanna alle spese processuali e alla sanzione a favore della Cassa delle ammende serve proprio a disincentivare ricorsi temerari o palesemente infondati, che sovraccaricano il sistema giudiziario senza avere alcuna possibilità di successo. Pertanto, prima di impugnare una decisione in Cassazione, è cruciale che l’analisi legale si concentri esclusivamente sulla ricerca di vizi di legittimità, ovvero errori nell’applicazione delle norme giuridiche.
Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver presentato un’impugnazione priva dei requisiti di legge.
Perché il ricorso in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché non contestava violazioni di legge, ma si limitava a chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare e rivalutare gli elementi di fatto già decisi dal Tribunale di Sorveglianza, utilizzando parametri di giudizio diversi. Questa attività è preclusa alla Corte di Cassazione.
La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti di un caso?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità e non di merito. Il suo compito non è riesaminare i fatti, ma controllare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le leggi e rispettato le procedure. Non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici di merito.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14593 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14593 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 16/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a CANOSA DI PUGLIA11 13/04/1996
avverso l’ordinanza del 04/07/2024 del TRIB. SORVEGLIANZA di BARI
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
Esaminato il ricorso proposto dal difensore di NOME avverso l’ordinanza con cui in data 4.7.2024 il Tribunale di Sorveglianza di Bari ha rigettato il reclamo
proposto dal condannato avverso il provvedimento con cui in data 19.2.2024 il
Magistrato di Sorveglianza di Bari aveva rigettato un’istanza di liberazione anticipata;
Rilevato che il ricorso, a fronte della motivazione dell’ordinanza impugnata che ha richiamato una sanzione disciplinare inflitta al detenuto nel semestre
20.7.2023/19.1.2024 per una condotta di non scarsa rilevanza, censura che non sia stata valutato autonomamente il comportamento addebitato a Somma, sulla
base del contenuto della documentazione del fascicolo disciplinare;
Considerato che, in tal modo, il ricorso prospetti doglianze in punto di fatto, a fronte di una motivazione non illogica, che è adeguata a fondare il diniego del
riconoscimento della liberazione anticipata per il periodo in cui si è verificato il fatto;
Ritenuto, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile, in quanto si è limitato a sollecitare una non consentita rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione con l’adozione di parametri di valutazione diversi da quelli adottati nell’ordinanza impugnata;
Aggiunto che alla declaratoria di inammissibilità consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 16.1.2025