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Ricorso inammissibile: Cassazione e prove penali

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4948/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile perché il motivo sollevato era generico e mirava a una nuova valutazione delle prove, non consentita in sede di legittimità. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e a una sanzione pecuniaria, confermando la decisione della Corte d’Appello di Bologna.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Rigetta l’Appello

L’ordinanza n. 4948/2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio dei limiti del giudizio di legittimità e delle conseguenze di un ricorso inammissibile. Il caso riguarda un imputato che, dopo la condanna in secondo grado, ha tentato di contestare la valutazione delle prove sulla sua responsabilità penale. Tuttavia, la Suprema Corte ha respinto il ricorso, non entrando nel merito della questione ma fermandosi a una valutazione preliminare sulla sua ammissibilità.

Questa decisione sottolinea un principio fondamentale della procedura penale: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma un organo che controlla la corretta applicazione della legge da parte dei giudici precedenti.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna del 29 novembre 2022. L’imputato, tramite il suo difensore, ha sollevato un unico motivo di doglianza, incentrato esclusivamente sulla presunta erronea valutazione delle fonti probatorie che avevano condotto alla sua condanna. In sostanza, il ricorrente chiedeva alla Cassazione di riconsiderare le prove e di giungere a una diversa ricostruzione dei fatti rispetto a quella operata dai giudici di merito.

I Limiti del Giudizio di Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha immediatamente evidenziato la natura del suo intervento. Il suo compito non è quello di riesaminare le prove e decidere se l’imputato sia colpevole o innocente (giudizio di merito), ma di verificare la legittimità della decisione impugnata. Questo significa controllare che:

1. La legge sia stata interpretata e applicata correttamente.
2. La motivazione della sentenza sia logica, coerente e non contraddittoria.

Un ricorso, per essere esaminato, deve indicare specifici errori di diritto o vizi logici nella motivazione, non limitarsi a proporre una lettura alternativa delle prove. Tentare di ottenere una “rivalutazione delle fonti probatorie” è un’attività preclusa in sede di legittimità. Proprio per questo motivo, il ricorso è stato giudicato privo di “concreta specificità” e, di conseguenza, dichiarato ricorso inammissibile.

Le Motivazioni della Decisione

Nelle motivazioni, i giudici supremi hanno spiegato che il ricorso tendeva a “prefigurare una rivalutazione delle fonti probatorie e/o un’alternativa ricostruzione dei fatti”. Questo approccio è considerato estraneo al sindacato di legittimità. La Corte ha inoltre rilevato che i giudici di merito (primo e secondo grado) avevano già “ampiamente esplicitato, con corretti argomenti logici e giuridici, le ragioni del loro convincimento”. Poiché il ricorrente non ha individuato travisamenti decisivi e specifici delle prove, ma ha solo contestato genericamente l’esito del giudizio, il suo appello non poteva che essere respinto.

Le Conclusioni e le Conseguenze Pratiche

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione comporta due conseguenze significative per il ricorrente:

1. La condanna al pagamento delle spese processuali sostenute per il giudizio in Cassazione.
2. La condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità, volta a scoraggiare impugnazioni palesemente infondate o dilatorie.

Questa ordinanza ribadisce l’importanza di formulare i ricorsi per Cassazione in modo tecnicamente corretto, concentrandosi su vizi di legittimità e non su una generica contestazione dei fatti già accertati nei precedenti gradi di giudizio.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era generico e non denunciava specifici errori di diritto o vizi logici della sentenza impugnata. Invece, tentava di ottenere una nuova valutazione delle prove e una diversa ricostruzione dei fatti, attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.

Cosa significa che la Corte di Cassazione esercita un sindacato di legittimità?
Significa che la Corte non riesamina i fatti del processo per decidere se l’imputato sia colpevole o innocente (giudizio di merito). Il suo compito è verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le norme di legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e coerente.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato a pagare sia le spese processuali del giudizio di Cassazione sia una sanzione pecuniaria di tremila euro da versare alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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