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Ricorso inammissibile: Cassazione e motivi nuovi

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile poiché il motivo sollevato, relativo alla mancata concessione di attenuanti generiche, non era stato presentato al giudice d’appello. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze e Analisi di un’Ordinanza della Cassazione

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un principio fondamentale della procedura penale: non è possibile presentare motivi di ricorso per la prima volta in Cassazione se non sono stati precedentemente sottoposti al giudice d’appello. L’esito, in questi casi, è un ricorso inammissibile con significative conseguenze economiche per chi lo propone. Analizziamo insieme questa decisione per comprenderne la portata.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli. Il ricorrente lamentava, tra le altre cose, la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche, un aspetto che può incidere notevolmente sulla determinazione della pena finale.

Tuttavia, questo specifico punto non era stato incluso nei motivi d’appello presentati in precedenza. La questione giungeva quindi per la prima volta all’attenzione dei giudici della Suprema Corte.

La Decisione della Cassazione: il Principio del Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una regola cardine del nostro sistema processuale, cristallizzata nell’articolo 606, comma 3, del codice di procedura penale.

Questa norma stabilisce che non si possono dedurre in Cassazione vizi della motivazione o violazioni di legge che non siano stati eccepiti con i motivi di appello. In altre parole, il giudizio di Cassazione non è una terza istanza di merito dove si possono introdurre nuove doglianze, ma un giudizio di legittimità che si concentra sui punti già dibattuti e decisi nei gradi precedenti. Poiché il motivo relativo alle attenuanti generiche non era stato “devoluto” al giudice d’appello, non poteva essere validamente esaminato dalla Cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte sono nette e si basano su un’applicazione rigorosa della legge processuale. La logica del legislatore è quella di garantire un processo ordinato e di evitare che le parti possano “riservarsi” argomenti da giocare solo nell’ultimo grado di giudizio, vanificando la funzione del processo d’appello. La Corte ha quindi ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare l’intero processo, ma di verificare la correttezza giuridica delle decisioni prese sui motivi specificamente proposti in appello.

Di conseguenza, in applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità ha comportato due conseguenze automatiche per il ricorrente:

1. La condanna al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione pecuniaria, non essendo emerse ragioni per un esonero.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un importante monito sulle conseguenze di un ricorso inammissibile. Sottolinea l’importanza cruciale di una strategia difensiva completa e ben articolata fin dal primo grado di giudizio e, soprattutto, nell’atto di appello. Omettere un motivo di impugnazione in appello significa precludersi la possibilità di farlo valere in Cassazione. L’errore procedurale non solo rende vana l’impugnazione, ma si traduce anche in un esborso economico significativo, che si aggiunge alle eventuali sanzioni già irrogate con la sentenza di condanna. Pertanto, la redazione meticolosa degli atti di impugnazione è un passaggio fondamentale per tutelare efficacemente i diritti dell’imputato.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato, relativo alla mancata concessione delle attenuanti generiche, non era stato sollevato nei motivi di appello e, pertanto, non poteva essere proposto per la prima volta in Cassazione, come previsto dall’art. 606, comma 3, del codice di procedura penale.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen., al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

È sempre prevista una sanzione pecuniaria in caso di inammissibilità?
Sì, l’articolo 616 del codice di procedura penale prevede che alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso segua la condanna al pagamento delle spese e di una somma a favore della Cassa delle ammende, a meno che non emergano specifiche ragioni di esonero, che in questo caso la Corte non ha ravvisato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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