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Ricorso inammissibile: Cassazione e motivi di fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per il reato ex art. 681 c.p. La decisione si fonda sul fatto che le censure difensive erano una mera riproposizione di doglianze fattuali già respinte nei gradi di merito, tentando impropriamente di ottenere una nuova valutazione delle prove. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello alla Cassazione è solo una Perdita di Tempo

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede una strategia legale precisa, focalizzata su errori di diritto e non sui fatti. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile non solo venga respinto, ma comporti anche sanzioni economiche per il proponente. L’ordinanza in esame sottolinea un principio fondamentale: la Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere le prove.

I Fatti del Caso: La Condanna nei Gradi di Merito

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato era stato ritenuto colpevole per il reato previsto dall’art. 681 del codice penale. Nonostante la conferma della condanna, l’imputato decideva di proseguire la sua battaglia legale, presentando ricorso alla Corte di Cassazione.

L’Analisi della Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, nell’analizzare il ricorso, ha rilevato un vizio insanabile. Le argomentazioni difensive, o ‘doglianze’, non introducevano nuovi profili di illegittimità della sentenza impugnata, ma si limitavano a essere una ‘mera reiterazione’ di quanto già esposto e respinto dai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

In sostanza, l’imputato non contestava un errore nell’applicazione della legge, ma chiedeva ai giudici di legittimità di rivalutare gli elementi di prova già ampiamente discussi. Questo tentativo di ottenere una ‘rivisitazione’ del materiale probatorio è un’operazione del tutto estranea al giudizio di legittimità, trasformando il ricorso inammissibile in un esito quasi scontato.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando il carattere ‘fattuale e confutativo’ delle doglianze. Il ricorso si risolveva in un invito a una nuova valutazione dei dati probatori, un compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito. La Cassazione ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare le prove, ma di assicurare l’uniforme interpretazione e la corretta applicazione della legge.

Poiché le censure erano prive di profili di contraddittorietà o di vizi logici nella motivazione della sentenza d’appello e si concentravano invece sul travisamento o l’errata valutazione delle prove, il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile.

Le Conclusioni: Conseguenze dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato conseguenze significative per il ricorrente. Oltre alla conferma definitiva della condanna, è stato condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, in assenza di elementi che potessero escludere la sua colpa nel proporre un ricorso palesemente infondato, è stato condannato a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Questa ordinanza serve da monito: il ricorso in Cassazione deve basarsi su solidi motivi di diritto. La riproposizione di argomenti fattuali già vagliati non solo è destinata al fallimento, ma espone anche a sanzioni economiche, rendendo l’impugnazione un passo controproducente.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le argomentazioni difensive erano una semplice ripetizione delle questioni di fatto già esaminate e respinte dai giudici dei precedenti gradi di giudizio, e chiedevano impropriamente alla Corte di Cassazione una nuova valutazione delle prove.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile in questo caso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, poiché non sono stati ravvisati elementi idonei a escludere la sua colpa nella presentazione di un ricorso infondato.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove di un processo?
No, sulla base di questa ordinanza, non è possibile. La Corte di Cassazione svolge un giudizio di legittimità, verificando la corretta applicazione della legge, e non un giudizio di merito, che comporterebbe un riesame delle prove e dei fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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