Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi e Conseguenze
Quando un procedimento giudiziario giunge all’ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, le regole procedurali diventano estremamente rigorose. Un esempio chiaro ci viene fornito da una recente ordinanza della Suprema Corte, che dichiara un ricorso inammissibile, condannando il proponente a significative conseguenze economiche. Questo caso offre lo spunto per comprendere cosa significhi questa declaratoria e quali siano i rischi per chi intraprende un’azione legale senza i dovuti presupposti.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un cittadino avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Ancona nell’ottobre del 2024. Il ricorrente, evidentemente insoddisfatto della decisione di secondo grado, ha cercato di ottenere una revisione dalla Suprema Corte, l’organo di vertice della giurisdizione italiana.
La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile
Con un’ordinanza emessa il 7 luglio 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha posto fine al percorso legale del ricorrente in modo netto e definitivo. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa formula tecnica significa che la Corte non è nemmeno entrata nel merito della questione; non ha valutato se le argomentazioni del ricorrente fossero fondate o meno. La decisione si è fermata a un livello preliminare, avendo riscontrato la mancanza di requisiti essenziali previsti dalla legge per poter esaminare l’appello.
Le conseguenze di tale decisione sono state duplici e gravose per il ricorrente:
1. Condanna alle spese processuali: L’individuo è stato obbligato a rimborsare allo Stato tutti i costi relativi al procedimento in Cassazione.
2. Sanzione pecuniaria: È stata disposta una condanna al pagamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, un ente che finanzia progetti per il recupero dei detenuti.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza in esame è un provvedimento sintetico che non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato a giudicare il ricorso inammissibile. Questa prassi è comune per decisioni di questo tipo, che si concentrano sull’esito procedurale. In generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per svariati motivi, tra cui la tardività della presentazione, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (ad esempio, la violazione di legge o il vizio di motivazione), o la proposizione di questioni che implicano una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa al giudice di legittimità.
La sanzione pecuniaria, inoltre, ha una funzione dissuasiva: scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.
Le Conclusioni
La decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’accesso alla giustizia è un diritto, ma il suo esercizio deve avvenire nel rispetto delle regole procedurali. Un ricorso inammissibile non è solo una sconfitta legale, ma comporta anche conseguenze economiche dirette e non trascurabili. Questo caso serve da monito sull’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente che possa valutare attentamente i presupposti e le effettive possibilità di successo di un’impugnazione, specialmente davanti alla Suprema Corte, evitando così costi e sanzioni che possono rendere la situazione ancora più gravosa.
Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza quindi esaminare il merito delle questioni sollevate.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento di tutte le spese del processo e al versamento di una somma aggiuntiva di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.
La Corte ha spiegato perché il ricorso era inammissibile?
No, l’ordinanza non entra nel dettaglio delle ragioni specifiche dell’inammissibilità, limitandosi a dichiararla e a stabilirne le conseguenze economiche, come prassi comune per questo tipo di provvedimenti.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 27359 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 27359 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 07/07/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a ASCOLI PICENO il 22/08/1972
avverso la sentenza del 28/10/2024 della CORTE APPELLO di ANCONA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
letto il ricorso proposto nell’interesse di COGNOME NOME avverso la sentenza in epigrafe;
rilevato che l’unico motivo di ricorso
,-er prospetta l’assenza del requisito della pluralità di persone presenti in occasione della propalazione delle frasi
oltraggiose;
considerato che su tale punto i giudici di merito hanno rilevato che le offese proferite dal ricorrente all’interno dell’istituto penitenziario in cui lo stesso era
ristretto erano state percepite non soltanto dagli agenti di custodia presenti ma anche da un numero indeterminato di detenuti (cfr. p. 4 della sentenza
impugnata), in tal modo ritenendo correttamente integrato il fatto tipico;
ritenuto che il ricorso deve pertanto essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma
di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 7 luglio 2025
Il Consigliere estensore
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