Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di una Condanna alle Spese
Presentare un ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma l’accesso a questa fase è tutt’altro che scontato. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare le gravi conseguenze di un ricorso inammissibile, una decisione che non solo pone fine al percorso processuale ma comporta anche significative sanzioni economiche. Vediamo nel dettaglio cosa è successo e quali lezioni possiamo trarne.
I Fatti del Caso
Il caso in esame nasce da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Messina, datata 20 novembre 2024. Il ricorrente, sperando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, ha adito la Corte di Cassazione. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato. Il procedimento si è concluso con un’ordinanza, ovvero un provvedimento che non entra nel merito della vicenda, ma si limita a una valutazione preliminare sulla validità dell’atto di impugnazione.
La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 4 aprile 2025, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso semplicemente ‘inammissibile’. Questa declaratoria impedisce ai giudici di esaminare le ragioni e i motivi per cui il ricorso era stato presentato. In sostanza, la Corte ha ritenuto che l’impugnazione mancasse dei requisiti minimi, formali o sostanziali, previsti dalla legge per poter essere discussa.
Le conseguenze di tale decisione sono state duplici e pesanti per il ricorrente:
1. Condanna alle spese processuali: Il ricorrente è stato obbligato a sostenere tutti i costi del procedimento.
2. Sanzione pecuniaria: È stata disposta la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, un ente che finanzia progetti per il recupero dei detenuti.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza in commento è molto sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile. Tuttavia, possiamo dedurre le motivazioni sulla base della prassi e delle norme di procedura penale. Generalmente, un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per diverse cause, tra cui:
* Manifesta infondatezza dei motivi: Quando le argomentazioni presentate appaiono palesemente prive di pregio giuridico.
* Vizi di forma: Errori nella redazione dell’atto o nel rispetto dei termini per la sua presentazione.
* Proposizione di motivi non consentiti: Il ricorso in Cassazione può essere basato solo su violazioni di legge e non su una rivalutazione dei fatti, che è di competenza dei giudici di merito (primo e secondo grado).
La decisione della Corte, quindi, si fonda implicitamente sulla constatazione di uno o più di questi difetti, che hanno precluso in radice l’esame della questione.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa vicenda evidenzia un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’impugnazione non è un diritto esercitabile senza limiti. La presentazione di un ricorso inammissibile non è un’azione neutra, ma un comportamento processuale che l’ordinamento sanziona severamente. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria non ha solo una funzione punitiva, ma anche deterrente, mirando a scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate che appesantiscono il lavoro della Suprema Corte.
Per il cittadino, la lezione è chiara: prima di intraprendere un percorso giudiziario così complesso, è essenziale affidarsi a un legale esperto che possa valutare attentamente le reali possibilità di successo e i requisiti di ammissibilità del ricorso, per evitare di incorrere in un esito negativo e in ulteriori oneri economici.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che il ricorso non viene esaminato nel merito perché manca dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. L’atto di impugnazione viene quindi respinto senza che i giudici valutino le ragioni della parte ricorrente.
Quali sono le conseguenze economiche per chi propone un ricorso inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, nel caso specifico pari a tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso rende definitiva la sentenza precedente?
Sì. Una volta che il ricorso in Cassazione è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata (in questo caso, quella della Corte d’Appello) passa in giudicato, diventando definitiva e non più contestabile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16171 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16171 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 04/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a NAPOLI il 16/12/1993
avverso la sentenza del 20/11/2024 della CORTE APPELLO di MESSINA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
letto il ricorso proposto nell’interesse di COGNOME NOME avverso la sentenza in epigrafe;
ritenuto che i primi due motivi di ricorso sono manifestamente infondati, contenendo non già una specifica censura alla motivazione posta a fondamento
della sentenza di condanna, bensì una mera doglianza in ordine alla ritenuta maggiore affidabilità della ricostruzione dei fatti operata dalla difesa (nel
sostenere che non vi sarebbe stata alcuna condotta violenta e oppositiva), omettendo di considerare dati fattuali specifici dimostrativi del reato di cui
all’art. 337 cod. pen. (p.4 sentenza);
ritenuta la manifesta infondatezza del motivo concernente il trattamento sanzionatorio, in quanto la motivazione dà adeguatamente conto dei parametri
di valutazione applicati;
ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 4 aprile 2025
Il Consigliere estens e
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