Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna e Aggiunge le Spese
L’esito di un processo non si decide solo nel merito, ma anche attraverso il rigoroso rispetto delle regole procedurali. Un esempio emblematico è rappresentato dal caso di un ricorso inammissibile dinanzi alla Corte di Cassazione, che non solo impedisce un nuovo esame della vicenda, ma comporta anche significative conseguenze economiche per chi lo propone. Con una recente ordinanza, la Suprema Corte ha ribadito questo principio, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una cospicua sanzione pecuniaria.
I Fatti del Processo
La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione per contestare una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria. Il ricorrente, nato nel 1991, cercava di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, datata 5 dicembre 2024. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale della Cassazione, che ha fissato l’udienza per il 9 aprile 2025 per deliberare sulla questione.
La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile
All’esito dell’udienza, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere incaricato, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza dal contenuto tanto breve quanto perentorio. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile.
Questa decisione ha avuto due conseguenze dirette e onerose per il ricorrente:
1. La condanna al pagamento di tutte le spese processuali sostenute nello stadio di legittimità.
2. La condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Di fatto, il tentativo di ottenere una revisione della sentenza d’appello si è concluso non solo con un insuccesso, ma anche con un aggravio economico.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile. Tuttavia, nella prassi della Corte di Cassazione, tale esito è tipicamente riconducibile a vizi procedurali o sostanziali dell’atto di impugnazione. Le cause più comuni includono la tardività del ricorso, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (ad esempio, violazione di legge o vizio di motivazione), la proposizione di censure che mirano a una rivalutazione dei fatti (non consentita in sede di legittimità) o la carenza di interesse ad agire. La decisione di condannare il ricorrente alle spese e a una sanzione pecuniaria risponde a una duplice finalità: da un lato, sanzionare l’abuso dello strumento processuale, che ha impegnato inutilmente le risorse della giustizia; dall’altro, dissuadere la presentazione di impugnazioni manifestamente infondate o dilatorie.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza, pur nella sua concisione, offre un importante monito: l’accesso alla giustizia, specialmente ai suoi gradi più alti, deve essere esercitato con competenza e cognizione di causa. Un ricorso inammissibile non è un semplice errore formale, ma una scelta processuale che comporta costi tangibili. La condanna alla Cassa delle ammende, in particolare, non è una semplice refusione di spese, ma una vera e propria sanzione che sottolinea la gravità di aver attivato senza fondamento il complesso meccanismo della Corte di Cassazione. Per i cittadini e i loro difensori, ciò evidenzia la necessità di una valutazione attenta e scrupolosa dei presupposti di un’impugnazione, per evitare di trasformare un tentativo di tutela in un ulteriore pregiudizio economico.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non ha esaminato il merito della questione, ma ha respinto l’impugnazione perché mancava dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge per poter essere giudicata.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
Come stabilito in questa ordinanza, la parte che ha presentato il ricorso inammissibile è condannata a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.
Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Il versamento alla Cassa delle ammende è una sanzione pecuniaria prevista dalla legge per i casi di inammissibilità del ricorso in Cassazione. Ha una funzione dissuasiva, per scoraggiare la presentazione di impugnazioni superficiali o palesemente infondate che gravano inutilmente sul sistema giudiziario.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 15641 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 15641 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 09/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a MELITO DI PORTO SALVO il 22/12/1991
avverso la sentenza del 05/12/2024 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che l’imputato COGNOME NOME ricorre avverso la sentenza con cui la Corte di appello di Reggio Calabria ne ha confermato la condanna per il
delitto di furto con strappo;
Ritenuto che il primo e il secondo motivo di ricorso, che deducono rispettivamente vizio di motivazione in riferimento alla riconducibilità del reato al
ricorrente e alla mancata esclusione della recidiva, sono inammissibili in quanto riproduttivi di profili di censura già adeguatamente vagliati e disattesi con correnti
argomenti giuridici dal giudice di merito e non scanditi da specifica critica delle argomentazioni poste a base della sentenza impugnata (cfr. pagg. 4 – 5); inoltre
il motivo sul vizio motivazionale in punto di recidiva è manifestamente infondato alla luce della risposta già fornita dal giudice di merito sulla sussistenza, nel caso
concreto, del requisito sostanziale della più accentuata pericolosità;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di
euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 09/04/2025