Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di una Recente Ordinanza
L’esito di un processo non si decide solo nel merito, ma anche attraverso il corretto svolgimento delle procedure. Un esempio lampante è il caso del ricorso inammissibile, una situazione in cui l’atto di impugnazione non supera il primo vaglio della Corte, arrestando il suo percorso prima ancora che i giudici possano esaminarne il contenuto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare le severe conseguenze di questa pronuncia.
I Fatti Processuali
La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna in data 8 luglio 2024. Il ricorrente, un uomo nato nel 1996, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando il caso all’attenzione dei giudici di legittimità.
La Decisione della Corte di Cassazione e il ricorso inammissibile
Riunita in camera di consiglio il 18 marzo 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso. L’esito, tuttavia, è stato netto e sfavorevole al ricorrente. Con una sintetica ma perentoria ordinanza, i giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile.
Questa decisione impedisce alla Corte di entrare nel merito delle doglianze sollevate. Non si è discusso se il ricorrente avesse ragione o torto sui fatti contestati, ma si è stabilito che l’atto di impugnazione stesso non era idoneo a provocare una revisione della sentenza d’appello.
Le Motivazioni della Decisione
Sebbene l’ordinanza in esame non espliciti le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo delineare le cause più comuni che portano a tale esito. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diversi motivi, tra cui:
* Vizi di Forma: Mancanza di elementi essenziali richiesti dalla legge, come l’indicazione specifica dei motivi di diritto violati.
* Proposizione Fuori Termine: Il ricorso è stato depositato oltre il termine perentorio previsto dal codice di procedura.
* Motivi non Consentiti: Il ricorrente ha basato le sue lamentele su una rivalutazione dei fatti (ad esempio, contestando la credibilità di un testimone), mentre la Cassazione può giudicare solo su questioni di legittimità, cioè sulla corretta applicazione della legge.
* Genericità dei Motivi: Le censure mosse alla sentenza impugnata sono vaghe e non argomentate in modo specifico e pertinente.
La declaratoria di inammissibilità segnala, quindi, che l’impugnazione non ha superato questo filtro preliminare, rendendo superfluo ogni ulteriore esame.
Le Conclusioni: Le Conseguenze dell’Inammissibilità
Le conseguenze pratiche di una declaratoria di inammissibilità sono significative. In primo luogo, la sentenza della Corte d’Appello di Bologna diventa definitiva e irrevocabile. In secondo luogo, il ricorrente subisce conseguenze economiche dirette. Come disposto dall’ordinanza, egli è stato condannato al pagamento di due voci:
1. Le spese processuali: I costi relativi al procedimento dinanzi alla Cassazione.
2. Una sanzione pecuniaria: Una somma di tremila euro da versare alla Cassa delle ammende, un fondo destinato a finanziare progetti di rieducazione e reinserimento sociale dei condannati.
Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, specialmente ai suoi gradi più alti, è subordinato al rispetto rigoroso delle regole procedurali, la cui violazione comporta non solo il rigetto dell’istanza, ma anche sanzioni economiche.
Cosa significa quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso ‘inammissibile’?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché l’impugnazione non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. La sentenza impugnata diventa quindi definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Come stabilito nel provvedimento, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) a favore della Cassa delle ammende.
Il ricorrente può fare qualcos’altro dopo una dichiarazione di inammissibilità da parte della Cassazione?
No, la dichiarazione di inammissibilità da parte della Corte di Cassazione rende la decisione impugnata definitiva e irrevocabile. Il procedimento giudiziario su quel punto si conclude.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 19947 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 19947 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 18/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 29/09/1996
avverso la sentenza del 08/07/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
considerato che l’unico motivo di ricorso, che contesta la violazione di legg
ed il vizio motivazionale in relazione all’art. 133 cod. pen., è del tutto gene quanto prospetta deduzioni astratte e prive delle ragioni di diritto e dei dati d
che sorreggono la richiesta, a fronte di una motivazione inerente al trattame punitivo sufficiente e non illogica e di adeguato esame delle deduzioni difensive
veda, in particolare, pag. 6 della sentenza impugnata);
pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con rilevato,
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento dell spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa del ammende.
Così deciso in Roma, il 18/03/2025
Il C sigliere Estensore