Ricorso Inammissibile: Quando l’Impugnazione Costa Cara
Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, è fondamentale che i motivi siano specifici e pertinenti al ruolo della Corte stessa. Un recente provvedimento, l’ordinanza n. 11281/2024, ci offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile, sottolineando i limiti dell’impugnazione di legittimità e le sanzioni economiche che ne possono derivare. Questo caso serve da monito: un appello generico o che tenta di rimettere in discussione il merito dei fatti è destinato al fallimento e a costi aggiuntivi.
I Fatti del Caso
La vicenda ha origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. Il ricorrente basava le sue doglianze principalmente sulle modalità di controllo operate dagli agenti durante la fase investigativa. In sostanza, cercava di contestare la valutazione delle prove (il cosiddetto “compendio probatorio”) effettuata dai giudici nei gradi di giudizio precedenti.
La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha analizzato i motivi del ricorso e, con una decisione netta, lo ha dichiarato inammissibile. Questa declaratoria non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a un livello procedurale, evidenziando i vizi intrinseci dell’impugnazione. La conseguenza diretta, come previsto dall’art. 616 del Codice di Procedura Penale, è stata la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte ha fondato la sua decisione su due pilastri argomentativi principali, entrambi cruciali per comprendere i limiti del giudizio di Cassazione.
In primo luogo, i giudici hanno stabilito che le critiche del ricorrente sulle modalità di controllo degli agenti rappresentavano un tentativo di rimettere in discussione la valutazione dei fatti e delle prove. Questo tipo di valutazione è di competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non può essere oggetto del giudizio di legittimità della Cassazione, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non ricostruire i fatti.
In secondo luogo, il motivo del ricorso è stato giudicato del tutto generico. Il ricorrente, infatti, si è limitato a riproporre la stessa questione già ampiamente affrontata e risolta dalla Corte d’Appello di Milano. La motivazione della corte territoriale è stata considerata immune da vizi e non illogica. La semplice riproposizione di argomenti già respinti, senza individuare specifici errori di diritto nella sentenza impugnata, rende il ricorso inevitabilmente inammissibile.
Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche di un Ricorso Inammissibile
L’ordinanza in esame è un’importante lezione sulle conseguenze pratiche di un’impugnazione mal ponderata. La declaratoria di inammissibilità non è una mera formalità, ma produce effetti economici significativi per il ricorrente. La condanna al pagamento delle spese processuali e della sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende ha una duplice funzione: risarcitoria per l’impiego di risorse giudiziarie e sanzionatoria, per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori. Pertanto, prima di adire la Corte di Cassazione, è essenziale un’analisi rigorosa per verificare che i motivi di ricorso non si traducano in una inammissibile richiesta di rivalutazione del merito della causa.
Cosa succede quando un ricorso penale viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
In base alla decisione, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, che in questo caso è stata quantificata in 3.000,00 euro.
Per quali motivi principali il ricorso è stato giudicato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile per due ragioni: primo, perché le lamentele del ricorrente miravano a una nuova valutazione delle prove, attività preclusa alla Corte di Cassazione; secondo, perché il motivo era generico e si limitava a ripetere una questione già affrontata e risolta dalla Corte d’Appello.
È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove di un processo?
No, questo provvedimento conferma che non è possibile. Le doglianze che investono la valutazione del compendio probatorio sono considerate un motivo inammissibile di ricorso, poiché il compito della Corte di Cassazione è valutare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità) e non riesaminare i fatti (giudizio di merito).
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 11281 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 11281 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 16/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
LA PORTA NOME NOME NOME RHO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 12/09/2023 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Ritenuto che le doglianze del ricorrente sulle modalità del controllo operato dagli age investono in modo inammissibile la valutazione del compendio probatorio;
ritenuto che il motivo reitera, in modo del tutto generico, la stessa questione già affronta risolta dalla Corte di appello di Milano con motivazione immune dai vizi denunciati, che rend non illogica la valutazione operata nel giudizio di merito;
ritenuto che da quanto precede deriva la inammissibilità del ricorso dalla quale consegue ex art. 616 c.p.p. la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo determinare in euro 3000,00.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000,00 in favore della cassa delle ammende.