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Ricorso inammissibile: Cassazione e Cassa Ammende

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze di un ricorso inammissibile. Il ricorrente, che aveva impugnato una sentenza della Corte d’Appello di Milano, ha visto il suo appello respinto e si è trovato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma significativa alla Cassa delle ammende. Questa decisione evidenzia la serietà delle sanzioni procedurali.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche della Decisione della Cassazione

Quando si presenta un’impugnazione in ambito penale, è fondamentale rispettare scrupolosamente le norme procedurali. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha ribadito con forza le conseguenze di un ricorso inammissibile, che non si limitano alla semplice reiezione dell’appello, ma comportano sanzioni economiche significative per il ricorrente. Analizziamo questa ordinanza per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Un Appello Respinto in Partenza

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 5 novembre 2024. L’imputato, nel tentativo di contestare la decisione dei giudici di secondo grado, si è rivolto alla Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento.

Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato. La Settima Sezione Penale della Cassazione, esaminati gli atti, ha emesso un’ordinanza che ha tagliato corto ogni discussione sul merito della questione.

La Decisione sul ricorso inammissibile

Con una formula lapidaria, contenuta nel cosiddetto P.Q.M. (Per Questi Motivi), la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa declaratoria non entra nel vivo delle argomentazioni difensive, ma si ferma a un livello preliminare, sancendo che l’impugnazione non possedeva i requisiti minimi per poter essere esaminata.

Le conseguenze per il ricorrente sono state immediate e pesanti:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: una conseguenza standard per la parte soccombente.
2. Condanna al versamento di € 3.000,00 alla Cassa delle ammende: una sanzione pecuniaria aggiuntiva che punisce l’aver attivato inutilmente la macchina della giustizia di ultima istanza.

Le Motivazioni

Sebbene l’ordinanza non espliciti nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità, possiamo dedurle dalla prassi giurisprudenziale. Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando presenta vizi che ne impediscono l’esame nel merito. Questi possono includere, ad esempio, la tardività della presentazione, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge, o la proposizione di censure che mirano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. La condanna alla Cassa delle ammende è una sanzione prevista dal codice di procedura penale proprio per scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate, che congestionano il lavoro della Suprema Corte.

Le Conclusioni

La decisione in esame è un monito importante per chiunque intenda percorrere la strada del ricorso in Cassazione. Non è sufficiente avere delle ragioni da far valere; è indispensabile che queste siano incanalate nelle forme e nei limiti previsti dalla legge. Un ricorso inammissibile non solo vanifica la possibilità di ottenere una revisione della sentenza, ma espone anche a conseguenze economiche rilevanti, aggravando la posizione del condannato. Affidarsi a un professionista esperto per valutare l’effettiva ammissibilità e fondatezza dell’impugnazione è, pertanto, un passo cruciale per evitare esiti sfavorevoli e costi aggiuntivi.

Cosa significa quando la Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione perché l’appello manca dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge. Di fatto, il ricorso viene respinto in via preliminare.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver promosso un’impugnazione non valida.

Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Questa sanzione pecuniaria è prevista per disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati, tardivi o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario, in particolare la Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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