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Ricorso inammissibile: Cassazione e Cassa Ammende

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Decisione della Cassazione e le Sue Conseguenze Economiche

Quando si impugna una sentenza davanti alla Corte di Cassazione, è fondamentale rispettare rigorosi requisiti procedurali. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre l’occasione per analizzare cosa accade quando un appello viene giudicato non idoneo a essere esaminato nel merito, portando a una declaratoria di ricorso inammissibile. Questa decisione non è priva di conseguenze, comportando per il ricorrente non solo il rigetto delle proprie istanze ma anche significative sanzioni economiche.

I Fatti del Procedimento

Il caso in esame nasce da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa da una Corte d’Appello in data 17 settembre 2024. L’imputato, ritenendo ingiusta la decisione dei giudici di secondo grado, ha deciso di adire la Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio del nostro ordinamento. La Suprema Corte, riunitasi in udienza il 4 febbraio 2025, ha esaminato il ricorso proposto. Tuttavia, l’analisi si è fermata a un livello preliminare, senza entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente.

La Decisione della Corte: Il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, attraverso un’ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa formula sancisce che l’atto di impugnazione non possedeva i requisiti minimi richiesti dalla legge per poter essere discusso. La decisione non valuta se le ragioni del ricorrente fossero fondate o meno, ma si limita a constatare un vizio che ne impedisce l’esame. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello è divenuta definitiva.

Le Motivazioni della Decisione

Il provvedimento in esame è molto sintetico e non esplicita le ragioni specifiche dell’inammissibilità. Tuttavia, in via generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse cause. Le più comuni includono la presentazione fuori dai termini di legge, la mancanza di motivi specifici previsti dal codice di procedura penale (come la violazione di legge o il vizio di motivazione), o la proposizione di censure che mirano a una rivalutazione dei fatti, attività preclusa nel giudizio di legittimità. La Corte di Cassazione, infatti, non è un terzo grado di merito, ma un giudice della corretta applicazione del diritto. Pertanto, la declaratoria di ricorso inammissibile serve a sanzionare l’abuso dello strumento processuale, evitando che la Corte venga investita di questioni che esulano dalla sua competenza.

Le Conclusioni: Le Conseguenze Economiche per il Ricorrente

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato per il ricorrente due conseguenze economiche dirette e cumulabili. In primo luogo, è stato condannato al pagamento delle spese processuali, ovvero i costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento. In secondo luogo, e in aggiunta, è stato condannato al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Quest’ultima sanzione ha una chiara finalità deterrente: scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. I fondi raccolti dalla Cassa delle ammende vengono poi reinvestiti in programmi per il miglioramento delle condizioni carcerarie e il reinserimento sociale dei condannati.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Significa che il ricorso non viene esaminato nel merito perché presenta vizi formali o procedurali. La Corte non si esprime sulla fondatezza delle ragioni del ricorrente, ma si limita a constatare che l’impugnazione non rispetta i requisiti stabiliti dalla legge.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, al versamento di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

A cosa serve la Cassa delle ammende?
È un ente statale che raccoglie i proventi delle sanzioni pecuniarie imposte in ambito penale. I fondi raccolti vengono utilizzati per finanziare programmi e interventi volti al miglioramento del sistema penitenziario e al reinserimento sociale dei detenuti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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