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Ricorso inammissibile: Cassazione e Cassa Ammende

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila Euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione sottolinea le severe conseguenze di un’impugnazione che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di un Appello Mal Proposto

Quando si impugna una sentenza, specialmente davanti alla Suprema Corte di Cassazione, è fondamentale che l’atto rispetti rigorosi requisiti formali e sostanziali. Un’ordinanza recente ci offre uno spunto chiaro sulle conseguenze di un ricorso inammissibile: non solo la conferma della decisione precedente, ma anche una condanna a sanzioni pecuniarie. Analizziamo questo caso per capire meglio la funzione del giudizio di ammissibilità e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano nell’aprile del 2024. Il ricorrente, cercando di ottenere una riforma della decisione a lui sfavorevole, ha adito la Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale, che ha fissato l’udienza per la discussione nel gennaio 2025.

La Decisione della Corte di Cassazione

All’esito dell’udienza, la Corte Suprema ha emesso un’ordinanza con una decisione netta e perentoria. I giudici hanno dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa pronuncia chiude definitivamente la porta a un esame nel merito della questione. In altre parole, la Corte non ha valutato se le doglianze del ricorrente fossero fondate o meno, ma si è fermata a un controllo preliminare, stabilendo che il ricorso non possedeva i requisiti minimi per essere discusso.

Le Conseguenze di un Ricorso Inammissibile

La dichiarazione di inammissibilità non è priva di effetti, anzi. L’ordinanza condanna esplicitamente il ricorrente a due pagamenti distinti:
1. Le spese processuali: i costi relativi al procedimento svoltosi dinanzi alla Cassazione.
2. Una somma di tremila Euro: da versare in favore della Cassa delle ammende, un fondo statale destinato a finanziare progetti di miglioramento del sistema penitenziario.
Questa sanzione pecuniaria ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati, dilatori o tecnicamente errati, che congestionano inutilmente il lavoro della Suprema Corte.

Le Motivazioni

Sebbene il testo dell’ordinanza sia molto sintetico e si limiti a enunciare la decisione (come tipico dei provvedimenti di questa natura), possiamo delineare le ragioni generali che conducono a una declaratoria di ricorso inammissibile. Un ricorso per Cassazione può essere dichiarato tale per vari motivi, tra cui:
* Mancanza dei motivi specifici: quando l’atto non indica chiaramente le violazioni di legge o i vizi logici della sentenza impugnata.
* Proposizione di censure di fatto: se il ricorrente chiede alla Cassazione una nuova valutazione delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).
* Tardività: qualora il ricorso sia stato depositato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
* Mancanza di interesse ad agire: se il ricorrente non ha un interesse concreto e attuale alla riforma della decisione.
La decisione in esame, pur non specificando il motivo esatto, si inserisce in questo quadro, sanzionando un’impugnazione che non ha superato il primo filtro di controllo.

Le Conclusioni

L’ordinanza analizzata ribadisce un principio cruciale della procedura penale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio straordinario, non un terzo grado di giudizio sul fatto. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione alla Cassa delle ammende rappresenta un monito significativo per i litiganti e i loro difensori. Sottolinea l’importanza di una valutazione attenta e professionale sulla reale ammissibilità e fondatezza di un ricorso, per evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche un aggravio di costi significativo.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorso non viene esaminato nel merito, la sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro a favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso?
In questo specifico caso, la Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento della somma di tremila Euro in favore della Cassa delle ammende, oltre al pagamento delle spese processuali.

La Corte di Cassazione ha esaminato il merito della questione?
No. La dichiarazione di inammissibilità è una decisione preliminare che impedisce alla Corte di valutare la fondatezza delle ragioni dell’appellante. Il giudizio si arresta alla verifica dei requisiti formali e sostanziali dell’atto di ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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