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Ricorso inammissibile: Cassazione contro motivi ripetuti

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione. La decisione si fonda sul fatto che i motivi presentati erano una mera riproduzione di argomentazioni già valutate e respinte correttamente dalla Corte d’Appello, senza sollevare nuove questioni di legittimità.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando Ripetere gli Stessi Motivi in Cassazione è un Errore Fatale

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, numero 21445 del 2024, offre un chiaro monito sull’importanza di strutturare correttamente un appello alla Suprema Corte. La decisione evidenzia come la mera riproposizione di argomenti già trattati nei gradi di merito conduca inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguenze economiche significative per il ricorrente. Questo caso serve da esempio pratico dei limiti del giudizio di legittimità e delle regole procedurali da rispettare.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino. Il ricorrente, sentendosi ingiustamente condannato, ha deciso di impugnare la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato, poiché la Suprema Corte non è entrata nel merito della questione, fermandosi a una valutazione preliminare sulla validità del ricorso stesso.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Corte ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non significa che la Corte abbia dato ragione o torto al ricorrente nel merito della sua vicenda, ma semplicemente che il suo appello non possedeva i requisiti tecnici per essere esaminato. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La Funzione della Corte di Cassazione

È fondamentale comprendere che la Corte di Cassazione non è un “terzo grado” di processo dove si riesaminano i fatti. Il suo compito, definito come giudizio di legittimità, è quello di verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e la coerenza logica della motivazione delle sentenze precedenti. Non può rivalutare le prove o sostituire il proprio apprezzamento dei fatti a quello del giudice di merito.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile?

La motivazione della Corte è lapidaria e si concentra su un punto cruciale: i motivi del ricorso erano “meramente riproduttivi”.

Il Divieto di Motivi Ripetitivi

La Cassazione ha rilevato che le argomentazioni presentate dall’appellante non erano altro che una ripetizione delle stesse censure già sollevate, esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Il ricorrente, in sostanza, ha riproposto le medesime doglianze, incluse quelle relative a un presunto “stato di necessità”, senza individuare vizi specifici di legittimità nella sentenza impugnata. Presentare un ricorso in Cassazione richiede la formulazione di critiche precise contro la sentenza per violazione di legge o per vizi di motivazione, non una semplice riproposizione del proprio dissenso sui fatti.

L’Autosufficienza del Ricorso

Un ricorso, per essere ammissibile, deve essere “autosufficiente”, cioè deve contenere tutti gli elementi necessari per permettere alla Corte di decidere senza dover consultare altri atti del processo. La semplice ripetizione di motivi già vagliati rende il ricorso generico e non specifico, violando questo principio fondamentale e conducendo a una declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche della Decisione

Questa ordinanza ribadisce un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità: un ricorso in Cassazione non può essere una sterile reiterazione di quanto già dibattuto. La decisione ha importanti implicazioni pratiche:

1. Onere di Specificità: Chi intende ricorrere in Cassazione ha l’onere di articolare censure nuove e specifiche, che attengano a errori di diritto e non a una diversa valutazione dei fatti.
2. Rischio Economico: Un ricorso inammissibile non è privo di conseguenze. Comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che nel caso di specie ammonta a 3.000 euro.
3. Principio di Economia Processuale: La regola mira a evitare un sovraccarico della Suprema Corte con appelli palesemente infondati o non conformi alla sua funzione, garantendo che le sue risorse siano concentrate sui casi che sollevano questioni di diritto significative.

In conclusione, questa pronuncia è un promemoria per avvocati e assistiti: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio straordinario, soggetto a regole rigorose che non possono essere eluse con la semplice riproposizione di argomenti già disattesi.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi proposti erano una mera ripetizione di censure già adeguatamente esaminate e respinte con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito (la Corte d’Appello).

Cosa significa che i motivi del ricorso erano ‘meramente riproduttivi’?
Significa che il ricorrente non ha sollevato nuove questioni relative a errori di diritto o vizi di motivazione della sentenza impugnata, ma si è limitato a ripresentare le stesse argomentazioni già discusse e rigettate nel precedente grado di giudizio.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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