Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di un Appello Respinto dalla Cassazione
Quando un procedimento legale giunge all’ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, ogni dettaglio procedurale diventa cruciale. Un errore nella formulazione dell’appello può portare a una dichiarazione di ricorso inammissibile, una decisione che chiude la porta a ogni ulteriore discussione sul merito della vicenda. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio delle conseguenze pratiche di tale esito, condannando il ricorrente non solo alla sconfitta processuale ma anche a significative sanzioni economiche.
Il Caso in Esame: Un Appello Terminato Prima di Iniziare
La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Trento nell’aprile del 2024. Il ricorrente, cercando di ottenere la riforma della decisione a lui sfavorevole, ha adito la Corte di Cassazione, l’organo supremo della giurisdizione italiana. Tuttavia, il suo tentativo si è scontrato con una barriera preliminare: la valutazione di ammissibilità del ricorso stesso.
La Decisione della Corte: Inammissibilità e Condanna
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 10 aprile 2025, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione implica che i giudici non sono entrati nel vivo delle argomentazioni difensive. Non hanno valutato se il ricorrente avesse ragione o torto, ma hanno semplicemente constatato che l’atto di impugnazione non possedeva i requisiti tecnici e giuridici richiesti dalla legge per poter essere esaminato.
Le conseguenze per il ricorrente sono state immediate e pesanti:
1. Condanna alle spese processuali: Il soggetto è stato obbligato a farsi carico di tutti i costi legati a questa fase del giudizio.
2. Sanzione pecuniaria: È stata disposta la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa non è un risarcimento, ma una vera e propria sanzione volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o errati, che congestionano il sistema giudiziario.
Le motivazioni dietro un ricorso inammissibile
L’ordinanza in esame è molto sintetica e non esplicita le ragioni specifiche dell’inammissibilità. Tuttavia, possiamo delineare le cause più comuni che portano a una tale pronuncia in sede di Cassazione. Generalmente, un ricorso viene dichiarato inammissibile quando:
* I motivi sono generici: L’atto non specifica in modo chiaro e puntuale quali norme di legge sarebbero state violate o applicate erroneamente nella sentenza impugnata.
* Si contestano i fatti: La Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge, non ricostruire i fatti. Un ricorso che chiede una nuova valutazione delle prove è, per sua natura, inammissibile.
* Vizi procedurali: L’atto di ricorso non è stato redatto, notificato o depositato nel rispetto delle rigide forme e dei termini previsti dal codice di procedura penale.
* Mancanza di interesse: Il ricorrente non ha un interesse concreto e attuale a ottenere l’annullamento della sentenza.
Le conclusioni
La decisione analizzata ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio eccezionale, soggetto a requisiti rigorosi. Un ricorso inammissibile non è solo una sconfitta legale, ma comporta anche conseguenze economiche dirette che servono da deterrente contro impugnazioni avventate. Questo caso sottolinea l’importanza vitale di affidarsi a un difensore specializzato in diritto di Cassazione, l’unico in grado di navigare le complesse regole procedurali e formulare un ricorso che abbia concrete possibilità di essere esaminato nel merito.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione lo ha respinto per motivi di forma o di procedura, senza nemmeno analizzare le ragioni del contendere. La sentenza precedente diventa così definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In base a questa ordinanza, il ricorrente è stato condannato al pagamento di due importi: le spese del processo e una sanzione aggiuntiva di tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.
La Corte ha stabilito se il ricorrente avesse torto o ragione nel merito della questione?
No. Dichiarando l’inammissibilità, i giudici non hanno espresso alcuna valutazione sul merito della vicenda. La loro decisione si è fermata a un controllo preliminare sulla correttezza dell’atto di ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 17359 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 17359 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 10/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a CATANIA il 13/04/1977
avverso la sentenza del 24/04/2024 della CORTE APPELLO di TRENTO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME
considerato che l’unico motivo di ricorso, che contesta il vizio motivazionale
in relazione agli artt. 99 e 133 cod. pen., è del tutto generico in quanto prospetta deduzioni astratte e prive delle ragioni di diritto e dei dati di fatto che sorreggo
la richiesta, a fronte di una motivazione inerente al trattamento punitivo sufficiente e non illogica e di adeguato esame delle deduzioni difensive (si vedano, in
particolare, pagg. 6 e 7 della sentenza impugnata);
che l’asserito difetto della motivazione non emerge dalla lettura della
motivazione del provvedimento impugnato che, per contro, risulta congruo e lineare in relazione al trattamento sanzionatorio inflitto;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
NOME Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 10/04/2025
Il C nsigliere Estensore