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Ricorso inammissibile: Cassazione conferma sanzione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da due sorelle contro una precedente ordinanza. La Corte ha stabilito che l’appello originario era stato correttamente respinto in quanto proposto contro un provvedimento non impugnabile, confermando la condanna delle ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Spiega Quando un Appello è Destinato al Fallimento

L’esito di un procedimento giudiziario può dipendere non solo dal merito delle questioni, ma anche dal rispetto rigoroso delle regole procedurali. Un esempio lampante è il caso del ricorso inammissibile, un’eventualità che si verifica quando un’impugnazione non possiede i requisiti minimi previsti dalla legge per essere esaminata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illumina le conseguenze di un’azione legale intrapresa senza i dovuti presupposti, culminata in una condanna per i ricorrenti.

I Fatti del Caso: Un Percorso Giudiziario Complesso

La vicenda giudiziaria ha origine da un’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina in data 1° luglio 2022. Due sorelle, ritenendo lesi i propri diritti, decidevano di impugnare tale provvedimento direttamente dinanzi alla Corte di Cassazione.

Tuttavia, con una prima ordinanza del 13 febbraio 2023, la Seconda Sezione della Corte dichiarava il loro ricorso inammissibile. Non dandosi per vinte, le due sorelle proponevano un ulteriore ricorso, questa volta di natura straordinaria, contro la decisione di inammissibilità, portando nuovamente la questione all’attenzione della Suprema Corte.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 4 luglio 2024, ha messo la parola fine alla controversia. I giudici hanno dichiarato i ricorsi proposti dalle due sorelle definitivamente inammissibili.

La conseguenza di questa decisione non è stata solo la conferma del precedente provvedimento, ma anche la condanna delle ricorrenti al pagamento di tutte le spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è una misura prevista per scoraggiare impugnazioni temerarie o palesemente infondate.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Rigettato

La Corte ha ritenuto i motivi del ricorso straordinario ‘manifestamente infondati’. La motivazione principale risiede nella natura stessa del provvedimento originario, quello emesso dal Giudice di Messina. Secondo la Cassazione, si trattava di un ‘provvedimento non impugnabile’, ovvero di una decisione contro la quale la legge non ammette alcuna forma di appello.

Di conseguenza, la precedente Sezione della Corte aveva agito correttamente nel dichiarare il primo ricorso inammissibile utilizzando un rito semplificato, cosiddetto ‘de plano’, senza necessità di un’udienza pubblica. Questa procedura accelerata è prevista proprio per i casi in cui l’inammissibilità dell’impugnazione appare evidente fin da subito. Proporre un ricorso straordinario contro una decisione così palesemente corretta è stato giudicato privo di qualsiasi fondamento giuridico.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: non tutte le decisioni di un giudice possono essere appellate. È cruciale, prima di intraprendere un’azione legale, verificare con il proprio avvocato se esistono i presupposti di ammissibilità previsti dalla legge. Agire diversamente, come dimostra questo caso, non solo non porta al risultato sperato, ma può anche comportare significative conseguenze economiche. La condanna alle spese e alla sanzione a favore della Cassa delle ammende serve da monito: le aule di giustizia non devono essere gravate da impugnazioni prive dei requisiti legali, che sottraggono tempo e risorse alla trattazione di casi meritevoli di approfondimento.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Chi ha proposto il ricorso viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.

Perché il ricorso originario delle due sorelle è stato considerato inammissibile?
Perché è stato presentato contro un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari che, secondo la legge, è un provvedimento non impugnabile, cioè contro cui non è possibile presentare appello.

Cosa significa che la precedente decisione è stata assunta con rito ‘de plano’?
Significa che la Corte ha deciso sulla questione con una procedura semplificata e senza la necessità di una pubblica udienza, una prassi comune quando un ricorso è palesemente inammissibile o infondato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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