Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di un Appello Respinto dalla Cassazione
L’esito di un procedimento giudiziario può essere ribaltato attraverso l’impugnazione, ma cosa succede quando il ricorso viene giudicato non idoneo ad essere esaminato? La recente ordinanza della Corte di Cassazione Penale ci offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile, confermando una decisione della Corte d’Appello e addebitando al ricorrente ulteriori spese. Analizziamo questo caso per comprendere meglio la dinamica processuale e le sue implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione da un individuo, nato a Vibo Valentia nel 1992, avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino in data 3 dicembre 2024. Il ricorrente, non accettando la decisione dei giudici di secondo grado, ha tentato di ottenere una revisione del verdetto ricorrendo all’ultimo grado di giudizio.
La Corte di Cassazione, presieduta dalla Dott.ssa Giordano e con relatrice la Dott.ssa Di Nicola Travaglini, ha fissato l’udienza per la discussione del caso in data 5 maggio 2025.
La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile
Dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere, la Corte Suprema ha emesso la sua decisione tramite ordinanza. L’esito è stato netto e perentorio: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria impedisce alla Corte di entrare nel merito della questione, ovvero di analizzare le ragioni di fatto e di diritto sollevate dal ricorrente.
La conseguenza diretta di questa decisione non è solo la conferma della sentenza impugnata, che diventa così definitiva, ma anche l’imposizione di sanzioni economiche a carico del ricorrente. La Corte ha infatti condannato quest’ultimo al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Decisione
Sebbene il testo dell’ordinanza sia sintetico, la formula “dichiara inammissibile il ricorso” indica che i Giudici hanno riscontrato un vizio preliminare che ne ha impedito l’esame. In generale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse ragioni, come la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge, la presentazione fuori termine, o la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti, valutazione preclusa al giudice di legittimità.
Nel caso specifico, la Corte ha rilevato che il ricorso doveva essere dichiarato inammissibile, procedendo quindi alla condanna accessoria per le spese e la sanzione pecuniaria. Questa condanna serve anche a sanzionare l’abuso dello strumento processuale, ovvero l’aver adito la Corte Suprema con un ricorso privo dei requisiti minimi di legge.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
La decisione della Corte di Cassazione chiude definitivamente la vicenda giudiziaria. La declaratoria di ricorso inammissibile comporta due effetti principali: primo, la sentenza della Corte d’Appello di Torino diventa irrevocabile e deve essere eseguita. Secondo, il ricorrente subisce un aggravio economico, dovendo sostenere non solo le proprie spese legali, ma anche quelle del procedimento in Cassazione e la sanzione aggiuntiva. Questo caso sottolinea l’importanza di formulare un ricorso in Cassazione in modo tecnicamente corretto, focalizzandosi esclusivamente sulle violazioni di legge e non su una riconsiderazione dei fatti, per evitare una pronuncia di inammissibilità e le relative conseguenze negative.
Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione riguardo al ricorso proposto?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile.
Quali sono state le conseguenze economiche per la persona che ha presentato il ricorso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Contro quale provvedimento era stato presentato il ricorso?
Il ricorso era stato presentato avverso la sentenza del 03/12/2024 emessa dalla Corte d’Appello di Torino.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 20008 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 20008 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME NOME
Data Udienza: 05/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a VIBO VALENTIA il 20/08/1992
avverso la sentenza del 03/12/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
198/RG. 5038
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigraf con la quale è stata confermata la condanna per il delitto di evasione;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
Ritenuto che i motivi dedotti non siano consentiti dalla legge in sede di legittimità in quan
reiterativi ed adeguatamente vagliati e disattesi, con corretti argomenti giuridici, dalla sente impugnata che alle pagg. 3 e 4 hanno dato atto degli elementi ritenuti incompatibili con
riconoscimento della continuazione tra i fatti oggetto del presente giudizio, commessi il 2
settembre 2022, e quelli oggetto della sentenza del Tribunale di Asti – fatti commessi il novembre 2022 – definiti con l’applicazione della causa di non punibilità di cui alli art. 13
cod. pen., in assenza di elementi dimostrativi del medesimo disegno criminoso e, al contrario, espressivi di una tendenza dell’imputato non adeguarsi all’indicazioni dell’autorità giudiziaria
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna delta ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 5/05/2025