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Ricorso inammissibile: Cassazione conferma condanna

Un individuo ha impugnato una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. La Corte di Cassazione ha esaminato il caso e ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, confermando la decisione del grado precedente.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di un Appello Respinto in Cassazione

L’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione fornisce un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile nel sistema giudiziario penale italiano. Quando un’impugnazione viene giudicata tale, non solo non si ottiene una revisione nel merito della sentenza precedente, ma si va incontro a sanzioni economiche significative. Questo caso evidenzia l’importanza di una valutazione attenta dei presupposti e dei motivi prima di adire la Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Il procedimento trae origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli in data 19 giugno 2024. Il ricorrente, nato a Napoli nel 1971, ha cercato di ottenere l’annullamento o la riforma della decisione di secondo grado, portando la questione all’esame della Corte di Cassazione, Settima Sezione Penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

All’udienza del 23 aprile 2025, la Corte di Cassazione, dopo aver sentito la relazione del Consigliere designato e dato avviso alle parti, ha emesso la sua decisione. L’esito è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa pronuncia impedisce alla Corte di esaminare il merito dei motivi di appello, chiudendo di fatto la vicenda processuale.

Le Conseguenze Economiche del Ricorso Inammissibile

La dichiarazione di inammissibilità non è priva di conseguenze. L’ordinanza condanna esplicitamente il ricorrente a due tipi di pagamenti:

1. Le spese processuali: si tratta dei costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento di Cassazione.
2. Una somma a favore della Cassa delle ammende: la Corte ha determinato in via equitativa un importo di tremila euro. Questa sanzione ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori.

Le Motivazioni

L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno condotto alla dichiarazione di inammissibilità. Questo è tipico per le decisioni della Settima Sezione Penale, che si occupa spesso di filtrare i ricorsi. Le motivazioni di un ricorso inammissibile risiedono solitamente in vizi procedurali (come il mancato rispetto dei termini), nella genericità dei motivi di ricorso, o nella manifesta infondatezza delle censure mosse alla sentenza impugnata. La Corte, in questi casi, ritiene che l’appello non abbia alcuna possibilità di essere accolto e lo respinge in rito, senza necessità di un’analisi approfondita.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso al giudizio di legittimità non è incondizionato. Presentare un ricorso che non soddisfa i rigorosi requisiti di ammissibilità comporta non solo la conferma della condanna precedente, ma anche l’imposizione di ulteriori oneri economici. Questa ordinanza serve da monito sulla necessità di affidarsi a una difesa tecnica qualificata che possa valutare con serietà le reali probabilità di successo di un’impugnazione, evitando così di aggravare la posizione processuale ed economica dell’assistito.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione riguardo al ricorso?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Quali sono state le conseguenze economiche per la persona che ha presentato il ricorso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Contro quale provvedimento era stato proposto il ricorso?
Il ricorso era stato proposto avverso la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli in data 19 giugno 2024.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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