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Ricorso inammissibile: Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una condanna della Corte d’Appello. La Corte ha ritenuto le motivazioni del ricorso una mera ripetizione di argomentazioni già respinte, confermando la validità della testimonianza della persona offesa e condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: Quando la Cassazione chiude la porta a un appello

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre uno spunto fondamentale per comprendere i limiti del giudizio di legittimità e le ragioni che portano a dichiarare un ricorso inammissibile. Il caso riguarda un imputato che, dopo la condanna in Corte d’Appello, ha tentato di portare le sue ragioni davanti alla Suprema Corte, vedendosi però respingere l’appello per motivi puramente procedurali. Questa decisione sottolinea un principio cardine: la Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma un organo che vigila sulla corretta applicazione della legge.

I Fatti del Caso

Il ricorrente si era rivolto alla Corte di Cassazione per impugnare una sentenza della Corte d’Appello di Milano, emessa il 18 dicembre 2024. La condanna in appello riguardava un reato commesso per assicurarsi il possesso di un portafoglio sottratto e per garantirsi l’impunità, esercitando violenza fisica sulla vittima. La difesa dell’imputato, sia in appello che in Cassazione, si basava su specifiche doglianze, tentando di minare la credibilità del racconto fornito dalla persona offesa.

Analisi della Corte e il Ricorso Inammissibile

La difesa aveva sostenuto che la testimonianza di un’altra persona avrebbe dovuto inficiare la versione della vittima. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva già esaminato e disatteso questo punto con argomentazioni logiche e corrette. I giudici di secondo grado avevano evidenziato come la testimonianza in questione riguardasse una fase antecedente alla violenza fisica, e quindi non fosse in contraddizione con il racconto della persona offesa riguardo all’aggressione subita.

Di fronte alla Suprema Corte, l’imputato ha riproposto pedissequamente le stesse argomentazioni. Questo è stato il punto cruciale che ha portato alla declaratoria di ricorso inammissibile. La Cassazione, infatti, non riesamina le prove nel merito, ma valuta se i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio.

Le Motivazioni della Cassazione

Nelle sue motivazioni, la Corte di Cassazione ha chiarito che il ricorso non presentava elementi di novità o critiche pertinenti alla legittimità della sentenza impugnata. Riproporre le stesse questioni di fatto, già valutate e respinte con motivazione adeguata dalla Corte d’Appello, non rientra nelle facoltà del giudizio di Cassazione.

La Corte ha ritenuto che i giudici d’appello avessero correttamente vagliato e disatteso le doglianze difensive, fornendo una giustificazione logica per la loro decisione. La ricostruzione dei fatti, basata sulla testimonianza della vittima e non contraddetta da altri elementi probatori, è stata considerata solida. Pertanto, il ricorso è stato giudicato privo dei requisiti necessari per un esame nel merito.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza si conclude con una dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Come conseguenza diretta, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione ribadisce un importante monito per chi intende adire la Corte di Cassazione: il ricorso deve sollevare questioni di diritto o vizi logici manifesti nella motivazione della sentenza impugnata. Non può essere una semplice riproposizione delle proprie tesi fattuali già sconfessate nei precedenti gradi di giudizio, pena la dichiarazione di ricorso inammissibile e l’addebito di ulteriori sanzioni economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le argomentazioni difensive erano una mera ripetizione di quelle già esaminate e respinte in modo logico e corretto dalla Corte d’Appello.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La testimonianza di un’altra persona ha invalidato il racconto della vittima?
No, la Corte ha ritenuto che la testimonianza non inficiasse il racconto della persona offesa, in quanto si riferiva a circostanze fattuali accadute prima della violenza fisica esercitata dall’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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