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Ricorso inammissibile: Cassazione condanna alle spese

Con un’ordinanza sintetica, la Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. A seguito della decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, confermando le conseguenze negative di un’impugnazione che non rispetta i requisiti di legge.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Suprema Corte Conferma la Condanna alle Spese

L’esito di un processo non si decide solo nel merito, ma anche attraverso il rigoroso rispetto delle regole procedurali. Un esempio emblematico è la dichiarazione di ricorso inammissibile, un provvedimento che blocca l’appello prima ancora che i giudici ne analizzino il contenuto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per approfondire le pesanti conseguenze di questa pronuncia.

La Vicenda Processuale

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 25 gennaio 2024. L’imputato, cercando di ottenere una revisione del giudizio di secondo grado, ha proposto impugnazione davanti ai giudici di legittimità. Tuttavia, il suo percorso giudiziario si è interrotto bruscamente.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con un’ordinanza emessa il 7 marzo 2025, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla questione, dichiarando il ricorso semplicemente inammissibile. Questa decisione, di natura prettamente processuale, ha impedito alla Corte di entrare nel merito delle argomentazioni difensive. La conseguenza diretta è stata la condanna del ricorrente al pagamento di tutte le spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

L’ordinanza in commento è molto sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, possiamo analizzare le cause più comuni che portano a un simile esito in Cassazione. Spesso un ricorso viene dichiarato inammissibile per:

* Vizi di forma: Mancanza di elementi essenziali nell’atto, come la chiara esposizione dei motivi o l’indicazione delle norme violate.
* Motivi non consentiti: Quando l’appello tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti (un riesame del merito), compito precluso alla Cassazione, che può giudicare solo sulla corretta applicazione della legge (violazioni di legge o vizi di motivazione).
* Genericità dei motivi: Se le censure sono formulate in modo vago e non criticano specificamente le parti della sentenza impugnata.
* Tardività: Presentazione del ricorso oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.

Quando la Corte rileva uno di questi vizi, il suo compito si ferma a questa verifica preliminare, senza procedere oltre.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche della Decisione

La dichiarazione di ricorso inammissibile comporta due effetti principali e molto concreti. In primo luogo, la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile, con tutte le relative conseguenze per l’imputato. In secondo luogo, scatta una sanzione economica che si aggiunge alle eventuali pene già previste. La condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende serve a sanzionare l’abuso dello strumento processuale e a scoraggiare impugnazioni presentate senza un solido fondamento giuridico. Questo caso ribadisce l’importanza cruciale di affidarsi a una difesa tecnica competente, capace di formulare un ricorso che superi il severo vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte non esamina il contenuto e le ragioni dell’appello perché l’atto non rispetta i requisiti procedurali e formali previsti dalla legge. La decisione impugnata diventa quindi definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Sulla base di questo provvedimento, il ricorrente è condannato a pagare sia le spese sostenute per il procedimento (spese processuali), sia una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

La dichiarazione di inammissibilità entra nel merito della colpevolezza del ricorrente?
No, la decisione di inammissibilità è puramente processuale. La Corte non valuta se il ricorrente sia colpevole o innocente, ma si limita a constatare che il ricorso non può essere esaminato per vizi procedurali o di forma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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