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Ricorso inammissibile: Cassazione condanna alle spese

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da due imputati contro una sentenza del Tribunale. A seguito della dichiarazione di ricorso inammissibile, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando l’appello non supera il vaglio della Cassazione

Recentemente, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza che ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: non tutti i ricorsi possono essere esaminati nel merito. Quando un’impugnazione presenta vizi di forma o di sostanza, il risultato è una dichiarazione di ricorso inammissibile, con conseguenze significative per chi lo ha proposto. Questo caso offre un chiaro esempio delle implicazioni di tale decisione, inclusa la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla decisione di due imputati di impugnare una sentenza emessa a loro carico dal Tribunale di Foggia nel settembre 2024. Non accettando la condanna, i due hanno presentato ricorso alla Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, sperando di ottenere una riforma della decisione precedente.

La Decisione della Corte di Cassazione

Giunti al vaglio della settima sezione penale, i ricorsi sono stati giudicati inammissibili. La Corte non è entrata nel merito delle questioni sollevate dagli imputati, ma si è fermata a un esame preliminare. L’ordinanza, emessa a gennaio 2025, ha chiuso definitivamente la porta a ulteriori riesami del caso, rendendo definitiva la sentenza del Tribunale.

Le Motivazioni della Dichiarazione di Ricorso Inammissibile

La Corte, nel suo provvedimento, ha stabilito che i ricorsi dovevano essere dichiarati inammissibili. Sebbene il testo dell’ordinanza sia sintetico, la logica sottostante è chiara. Un ricorso può essere dichiarato inammissibile per diverse ragioni previste dalla legge, come la mancanza di motivi specifici, la presentazione fuori termine o la proposizione di censure che non rientrano tra quelle consentite in sede di legittimità. In questo caso, la Corte ha ritenuto che i ricorsi presentati fossero affetti da vizi tali da impedirne l’esame. Di conseguenza, oltre a rigettare l’impugnazione, ha condannato i ricorrenti in solido al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, ha inflitto loro una sanzione pecuniaria di tremila euro da versare alla Cassa delle ammende, una misura prevista per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche

La decisione della Cassazione ha due conseguenze pratiche immediate e rilevanti per gli imputati. La prima è che la sentenza di condanna del Tribunale di Foggia diventa definitiva ed esecutiva. La seconda è di natura economica: i ricorrenti sono ora obbligati a sostenere non solo le spese legali del processo, ma anche a pagare una sanzione aggiuntiva. Questo caso sottolinea l’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente che possa valutare attentamente i presupposti e le probabilità di successo di un’impugnazione, per evitare che un ricorso inammissibile si traduca in un ulteriore aggravio di costi e nella cristallizzazione della condanna.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione riguardo ai ricorsi presentati?
La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili.

Quali sono state le conseguenze economiche per i ricorrenti?
I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

La dichiarazione di inammissibilità cosa comporta per la sentenza del Tribunale?
Comporta che la sentenza del Tribunale diventa definitiva e non può più essere impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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