Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione offre uno spunto fondamentale per comprendere le conseguenze di un ricorso inammissibile. Questo tipo di decisione, sebbene concisa, chiude definitivamente una vicenda processuale e comporta significative conseguenze economiche per chi la subisce. Analizziamo i dettagli del provvedimento per capire la logica e gli effetti di una declaratoria di inammissibilità.
I Fatti Processuali
Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catania in data 11 novembre 2024. Il ricorrente, attraverso i suoi legali, ha cercato di ottenere una riforma della decisione di secondo grado portando la questione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione. Il procedimento è giunto all’udienza del 14 aprile 2025 per la discussione finale.
La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato, ha emesso un’ordinanza con una decisione netta: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa statuizione è di cruciale importanza. Dichiarare l’inammissibilità significa che i giudici non sono entrati nel merito delle argomentazioni difensive. Non hanno valutato se le ragioni del ricorrente fossero fondate o meno, ma si sono fermati a un vaglio preliminare, riscontrando un vizio che impediva l’esame della questione.
Le Conseguenze Economiche della Decisione
La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. L’ordinanza, infatti, condanna esplicitamente il ricorrente a due obblighi di pagamento:
1. Pagamento delle spese processuali: Il ricorrente deve farsi carico di tutti i costi legati al giudizio di Cassazione.
2. Versamento alla Cassa delle ammende: Viene imposto il pagamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è prevista dalla legge per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti senza il rispetto delle regole procedurali, al fine di non appesantire inutilmente il lavoro della Suprema Corte.
Le Motivazioni dell’Inammissibilità
Il testo dell’ordinanza è estremamente sintetico e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato alla decisione. Tuttavia, nella pratica giudiziaria, le cause di inammissibilità di un ricorso in Cassazione sono tassativamente previste dalla legge. Tra le più comuni vi sono la presentazione del ricorso oltre i termini previsti, la mancanza di motivi specifici e pertinenti rispetto alle censure ammesse in sede di legittimità (come la violazione di legge o il vizio di motivazione), o la proposizione di censure che richiederebbero alla Corte una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa nel giudizio di Cassazione.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’accesso alla giustizia, specialmente dinanzi alla Corte di Cassazione, è subordinato al rigoroso rispetto di norme procedurali. Un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile per il ricorrente, ma determina la sua condanna a sanzioni economiche talvolta onerose. La decisione rende inoltre definitiva e irrevocabile la sentenza impugnata, chiudendo ogni ulteriore possibilità di riesame. Ciò sottolinea l’importanza di affidarsi a una difesa tecnica specializzata che possa valutare attentamente i presupposti e le modalità di proposizione del ricorso per Cassazione, evitando errori che possono compromettere l’esito del giudizio e comportare costi aggiuntivi.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione lo ha respinto senza esaminare il merito della questione, poiché l’atto non rispettava i requisiti formali o procedurali previsti dalla legge per essere giudicato.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
In base a questa ordinanza, il ricorrente è condannato a sostenere le spese del processo e a versare una somma aggiuntiva, in questo caso di tremila euro, alla Cassa delle ammende.
La dichiarazione di inammissibilità annulla la sentenza precedente?
No, al contrario, la rende definitiva. Non potendo essere esaminato nel merito, il ricorso non può modificare la decisione del giudice precedente (la Corte d’Appello), che diventa quindi irrevocabile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 29825 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 29825 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 14/04/2025
ORDINANZA
presente provvedimento omettere le generalità e gli altri dati identificativi , a norma 52 digs, 19 , 5/33
sul ricorso proposto da: NOME nato a CATANIA il 11/09/1981
O dispoic
O a richiesta di parte
Rumpc sto dalla le
avverso la sentenza del 11/11/2024 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n.
2830/2025
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti, la sentenza impugnata e la memoria difensiva (condanna per il rea dall’art. 572 cod. pen.);
Esaminati i motivi di ricorso, relativi al giudizio di responsabilità, alla sus elementi costitutivi del reato (dolo), alla mancata rinnovazione della istruttoria di
Ritenuti i motivi inammissibili perché meramente riproduttivi di censure già corre valutate dai Giudici di merito e sostanzialmente volti a sollecitare una non
rivalutazione delle prove e una diversa ricostruzione dei fatti, nonché perché gener alla motivazione della sentenza con la quale obiettivamente non si confrontano;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la co ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in fa
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese p e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 14 aprile 2025.