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Ricorso inammissibile: Cassazione chiarisce i limiti

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza del GIP del Tribunale di Genova. La decisione si fonda sul fatto che i motivi del ricorso vertevano sull’insussistenza delle cause di proscioglimento, un’ipotesi che la legge esclude espressamente dai motivi validi. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, confermando la severità delle sanzioni per un ricorso inammissibile.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello in Cassazione Viene Respinto

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non tutti gli appelli vengono esaminati nel merito. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di ricorso inammissibile, illustrando i rigidi limiti imposti dal legislatore e le severe conseguenze per chi non li rispetta. Comprendere queste dinamiche è fondamentale per chiunque si approcci al mondo della giustizia penale.

Il Caso in Esame: Un Appello Contro la Decisione del GIP

La vicenda trae origine da un ricorso presentato da un individuo contro una sentenza emessa il 27 gennaio 2025 dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Genova. L’imputato, tramite i suoi legali, ha deciso di impugnare tale provvedimento direttamente dinanzi alla Corte di Cassazione, cercando di far valere le proprie ragioni.

Tuttavia, l’oggetto del contendere non riguardava vizi procedurali o errate interpretazioni di norme sostanziali, bensì mirava a ottenere una rivalutazione nel merito circa l’insussistenza delle cause di proscioglimento. In sostanza, la difesa tentava di riaprire una discussione che, secondo la Corte, non aveva più spazio in quella sede.

I Motivi alla Base del Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 19 giugno 2025, ha stroncato sul nascere le pretese del ricorrente. I giudici hanno sottolineato come il ricorso fosse viziato da un’inammissibilità che poteva essere dichiarata senza ulteriori formalità procedurali, applicando l’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale.

Il punto cruciale della decisione risiede nella natura dei motivi addotti. Il ricorrente chiedeva una “più analitica disamina” riguardo all’assenza delle condizioni per un proscioglimento. La Corte ha ricordato che, a seguito delle riforme legislative del 2017, questa specifica tipologia di doglianza è stata espressamente eliminata dal novero dei motivi validi per un ricorso in Cassazione. La legge ha voluto così limitare l’accesso al terzo grado di giudizio, riservandolo a questioni di legittimità e non a riesami del fatto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Nella loro sintetica ma incisiva motivazione, i giudici supremi hanno ribadito che il ricorso è “affetto da inammissibilità”. Questa scelta non è discrezionale, ma una diretta conseguenza di una precisa volontà del legislatore. Permettere una discussione su temi esclusi dalla legge significherebbe vanificare la riforma del 2017, nata proprio per deflazionare il carico di lavoro della Cassazione e garantire decisioni più rapide su questioni di puro diritto.

La Corte ha quindi agito in modo quasi automatico: una volta riscontrato che i motivi del ricorso rientravano in una categoria vietata, non ha potuto fare altro che dichiararne l’inammissibilità. A questa declaratoria, come previsto dalla legge, segue inevitabilmente la condanna del ricorrente a sostenere i costi del procedimento da lui inutilmente avviato.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche di un Ricorso Inammissibile

L’ordinanza si conclude con una condanna severa. Il ricorrente è stato obbligato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria serve da deterrente contro la presentazione di appelli palesemente infondati o non consentiti dalla legge.

In conclusione, questa decisione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio eccezionale, non un terzo grado di merito. Tentare di forzare i limiti imposti dalla legge non solo è inutile, ma comporta anche conseguenze economiche significative, come dimostra chiaramente il caso analizzato.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché basato su motivi che contestavano l’insussistenza delle cause di proscioglimento, un argomento che il legislatore ha espressamente escluso da quelli che possono essere presentati in Cassazione.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo specifico caso è stata fissata in 3.000 euro.

Quale norma ha applicato la Corte per la sua decisione?
La Corte ha applicato l’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, che le consente di dichiarare l’inammissibilità di un ricorso senza particolari formalità procedurali quando i motivi sono manifestamente infondati o non consentiti dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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