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Ricorso inammissibile archiviazione: i rimedi corretti

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile archiviazione, presentato dalle persone offese contro un’ordinanza del GIP. La Corte sottolinea che, dopo la Riforma Orlando, l’unico rimedio contro l’archiviazione post-udienza è il reclamo al tribunale monocratico per vizi procedurali, non il ricorso per cassazione per motivi di merito.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile Archiviazione: La Cassazione e i Rimedi Post-Riforma

Quando un procedimento penale viene archiviato, le persone offese possono sentirsi private di giustizia. Tuttavia, la legge prevede strumenti precisi per opporsi a tale decisione. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce quali sono i rimedi esperibili, evidenziando come un errore nella scelta possa portare a un ricorso inammissibile archiviazione e a conseguenze economiche per i ricorrenti.

Il Caso: Dall’Opposizione all’Archiviazione al Ricorso in Cassazione

Due persone offese si opponevano alla richiesta di archiviazione di un procedimento penale a carico di due indagati per reati gravi, tra cui omicidio colposo. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), dopo aver tenuto un’udienza per discutere l’opposizione, la rigettava e disponeva l’archiviazione del caso, ritenendo che non vi fossero elementi utili per svolgere ulteriori indagini.

Convinti dell’erroneità della decisione, i legali delle persone offese decidevano di impugnare l’ordinanza direttamente davanti alla Corte di Cassazione, lamentando sia la violazione di legge sia vizi di motivazione.

La Decisione della Cassazione: un Ricorso Inammissibile Archiviazione

La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi palesemente inammissibili, senza nemmeno entrare nel merito delle questioni sollevate. La decisione si fonda su una modifica procedurale cruciale introdotta dalla Riforma Orlando (Legge n. 103/2017).

L’Impatto della Riforma Orlando (Legge 103/2017)

Prima della riforma, l’ordinanza di archiviazione emessa dopo un’udienza in contraddittorio era, in certi casi, ricorribile per cassazione. La Legge n. 103/2017 ha introdotto l’articolo 410-bis nel codice di procedura penale, che ha cambiato radicalmente le regole del gioco.

Oggi, contro l’ordinanza di archiviazione emessa all’esito dell’udienza partecipata, l’unico rimedio previsto è il reclamo al tribunale in composizione monocratica.

I Motivi Ammessi per il Reclamo

È fondamentale sottolineare che il reclamo non può essere utilizzato per contestare la valutazione del GIP sull’infondatezza della notizia di reato. Può essere proposto esclusivamente per motivi di nullità legati a violazioni delle regole del contraddittorio, come previsto dall’art. 127, comma 5, del codice di procedura penale. In pratica, si può contestare il modo in cui si è svolta l’udienza, non il suo esito nel merito.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha ribadito un principio ormai consolidato: l’ordinanza di archiviazione, anche se ritenuta errata nel merito dalle parti, non costituisce un provvedimento ‘abnorme’ (né strutturalmente né funzionalmente) e, pertanto, non può essere impugnata con un ricorso per cassazione al di fuori dei casi specificamente previsti. Avendo i ricorrenti scelto uno strumento processuale non più consentito dalla legge (il ricorso per cassazione) invece di quello corretto (il reclamo per vizi procedurali), la loro impugnazione è stata dichiarata inammissibile ‘de plano’, cioè senza necessità di un’udienza formale.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche per le Persone Offese

Questa ordinanza offre una lezione importante: la scelta del corretto mezzo di impugnazione è cruciale. Un errore procedurale può precludere ogni possibilità di far valere le proprie ragioni. In questo caso, il tentativo di ottenere una revisione nel merito si è scontrato con una norma procedurale chiara, che ha reso il ricorso inammissibile archiviazione. La conseguenza non è stata solo la conferma della chiusura del caso, ma anche la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di quattromila euro ciascuno a favore della cassa delle ammende, a causa della colpa nell’aver intrapreso un’azione legale palesemente infondata.

È possibile ricorrere in Cassazione contro un’ordinanza di archiviazione emessa dopo l’udienza di opposizione?
No, la Corte di Cassazione chiarisce che, dopo la Riforma Orlando (L. 103/2017), tale provvedimento non è più impugnabile con ricorso per cassazione, se non in casi eccezionali di abnormità che non ricorrevano nella vicenda esaminata.

Qual è il rimedio corretto per contestare un’ordinanza di archiviazione dopo l’udienza di opposizione?
L’unico rimedio previsto dall’art. 410 bis del codice di procedura penale è il reclamo al tribunale in composizione monocratica.

Per quali motivi si può presentare reclamo contro l’ordinanza di archiviazione?
Il reclamo può essere proposto esclusivamente per motivi di nullità legati alla violazione delle regole del contraddittorio, come specificato nell’art. 127, comma 5, del codice di procedura penale, e non per contestare il merito della decisione di archiviare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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