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Ricorso inammissibile: appello prima della motivazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile perché presentato prima del deposito delle motivazioni dell’ordinanza impugnata. Il caso riguardava una misura di custodia cautelare in carcere per reati legati a fuochi d’artificio. La Corte ha ribadito che l’impugnazione deve essere specifica e non può basarsi solo sul dispositivo, poiché mancherebbero le argomentazioni della decisione da contestare. Ha inoltre chiarito che eventuali nullità nell’udienza di convalida non invalidano l’autonoma ordinanza cautelare.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Il Pericolo di Impugnare Prima delle Motivazioni

Nel complesso mondo della procedura penale, i tempi e le forme sono essenziali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: presentare un ricorso prima del deposito delle motivazioni del provvedimento impugnato porta a un ricorso inammissibile. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere l’importanza della specificità dei motivi di impugnazione e la distinzione tra diversi atti procedurali, come la convalida dell’arresto e l’applicazione di una misura cautelare.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari che applicava la misura della custodia in carcere a un indagato per reati legati alla detenzione di fuochi d’artificio. Il Tribunale di Napoli, in funzione di riesame, confermava tale provvedimento. Contro questa decisione, la difesa proponeva ricorso per cassazione.

Il punto cruciale, tuttavia, è di natura prettamente procedurale: il ricorso veniva depositato il 25 luglio 2024, mentre le motivazioni dell’ordinanza del Tribunale del riesame venivano depositate solo successivamente, il 12 agosto 2024. L’impugnazione, quindi, era stata proposta sulla base del solo dispositivo (la parte della decisione che contiene il comando del giudice), senza conoscere le argomentazioni giuridiche che lo sostenevano.

I Motivi del Ricorso e le Questioni Giuridiche

La difesa dell’indagato sollevava due principali doglianze:

1. Vizio di motivazione e mancanza di autonoma valutazione: Si contestava che l’ordinanza del riesame fosse carente di motivazione, specialmente riguardo all’entità della misura, e che non avesse operato una valutazione autonoma rispetto alla decisione del primo giudice, limitandosi a confermarla.
2. Violazione del diritto di difesa: Si lamentava che il difensore di fiducia non avesse ricevuto la comunicazione dell’udienza di convalida dell’arresto, con conseguente nullità del procedimento.

L’analisi della Corte sul ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso totalmente inammissibile, basando la sua decisione su principi consolidati della giurisprudenza. La Corte ha spiegato che un’impugnazione, per essere valida, deve contenere critiche specifiche e argomentate contro le ragioni di fatto e di diritto esposte nel provvedimento che si contesta. È impossibile formulare tali critiche se le ragioni non sono ancora state rese note.

Presentare un ricorso basandosi solo sul dispositivo significa avanzare censure generiche, che non possono essere valutate ex post alla luce delle motivazioni depositate in un secondo momento. La specificità è un requisito che deve esistere al momento della presentazione dell’atto.

Inoltre, la Corte ha smontato anche le altre argomentazioni della difesa, sottolineando la loro genericità e infondatezza.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione centrale della sentenza risiede nel principio di specificità dei motivi di impugnazione. La Corte ha ribadito che un ricorso inammissibile per genericità si configura quando le censure non si confrontano direttamente con la ratio decidendi del provvedimento impugnato. Impugnare un’ordinanza di cui non si conoscono le motivazioni equivale a un’azione al buio, priva della necessaria concretezza richiesta dalla legge.

Per quanto riguarda la presunta mancanza di ‘autonoma valutazione’ da parte del Tribunale del riesame, la Corte ha chiarito che tale obbligo, previsto dall’art. 292 c.p.p., grava sul giudice che emette la misura inaudita altera parte (senza contraddittorio), non sul collegio che la riesamina in una fase successiva e con funzioni di controllo.

Infine, sul tema della mancata notifica al difensore per l’udienza di convalida, la Cassazione ha richiamato l’orientamento consolidato secondo cui l’ordinanza che applica una misura cautelare e il provvedimento di convalida dell’arresto sono atti distinti e autonomi. Di conseguenza, un’eventuale nullità della convalida non si estende automaticamente alla misura cautelare, che ha presupposti e finalità differenti e può essere impugnata con un rimedio specifico, ovvero il riesame.

Conclusioni

Questa sentenza è un monito sull’importanza del rispetto rigoroso delle tempistiche e delle formalità processuali. La decisione di dichiarare il ricorso inammissibile non è un mero formalismo, ma la tutela di un principio cardine del sistema: il diritto a un processo equo, in cui le parti si confrontano su argomenti specifici e conosciuti. Per gli avvocati, emerge la necessità di attendere il deposito delle motivazioni prima di redigere un’impugnazione, per evitare di incorrere in una declaratoria di inammissibilità che preclude ogni esame nel merito. Per i cittadini, è la conferma che la giustizia si muove secondo regole precise, la cui osservanza è garanzia di ordine e certezza del diritto.

È possibile presentare ricorso contro un’ordinanza prima che siano depositate le motivazioni?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che un ricorso presentato prima del deposito delle motivazioni è inammissibile per genericità, poiché non può confrontarsi con le ragioni specifiche alla base della decisione.

La nullità dell’udienza di convalida dell’arresto rende nulla anche la misura cautelare disposta contestualmente?
No, secondo la giurisprudenza consolidata richiamata nella sentenza, l’udienza di convalida e l’ordinanza che applica una misura cautelare sono provvedimenti autonomi e indipendenti. Pertanto, la nullità della prima non si estende automaticamente alla seconda.

Il Tribunale del Riesame ha l’obbligo di compiere una ‘autonoma valutazione’ come il primo giudice?
No, la sentenza chiarisce che il requisito della ‘autonoma valutazione’ previsto dall’art. 292 c.p.p. è funzionale alla prima decisione del giudice che emette la misura. Il Tribunale del Riesame svolge una funzione di controllo su un provvedimento già esistente, non essendo tenuto alla stessa forma di valutazione originaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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